DIVIETO DI ASPORTO, ITALIAN HOSPITALITY NETWORK: “DALL’ORDINANZA SOLO MALUMORI”

PESCARA – Prime reazioni all’ordinanza con la quale il sindaco Carlo Masci ha disposto, da oggi e fino al 14 giugno, il divieto di vendita di alcolici da asporto, ovvero al di fuori delle aree di pertinenza dei locali pescaresi, dalle 20 alle 7.
“Così non si evitano assembramenti. Il proibizionismo non ha mai portato a nulla di buono, anzi. Così si creano ulteriori malumori in un settore già devastato dalla crisi. Ci vediamo negato il diritto a lavorare e sfamare le nostre famiglie”, ha commentato all’Ansa Daniele Giannascoli, il portavoce pescarese dell’Italian Hospitality Network (Ihn), il movimento nato durante il lockdown con lo slogan “noi non siamo movida, siamo bar industry”.
“Gli assembramenti non derivano dai locali, ma da persone che acquistano in altri tipi di esercizi” aggiunge Giannascoli, per il quale la soluzione sta nel limitare la vendita di alcolici alle attività che non hanno la somministrazione di bevande.
Giannascoli è anche titolare del White Cliff, cocktail bar di piazza Muzii, la zona clou della movida pescarese, ma anche distretto food and beverage più grande d’Abruzzo. Prima dell’emergenza il suo locale contava 50 coperti a cui si aggiungevano le tantissime persone in piedi.
Con le nuove disposizioni i posti a sedere si sono ridotti del 70 per cento.
“Per questioni logistiche non posso usufruire dell’unico aiuto che è arrivato dalle istituzioni, cioè il raddoppio del suolo pubblico. Togliendo l’asporto mi tagliano le gambe sull’unica cosa che poteva farmi lavorare un po’. Ho speso centinaia di euro per acquistare prodotti biocompostabili per l’asporto, in un momento in cui non potevo permettermi di spendere un euro”, spiega l’esercente.
Ad alimentare il malcontento dei titolari di bar e ristoranti pescaresi anche gli orari stabiliti dal Comune. La chiusura è fissata a mezzanotte dalla domenica al giovedì e all’una per venerdì e sabato. Una decisione che inizialmente aveva indotto i gestori a non riaprire le serrande dal 18 maggio.
“C’è un clima di esasperazione – commenta Giannascoli – e questo può essere solo l’inizio. Ben vengano i controlli, ma bisogna stare attenti con la repressione”.
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