Cronaca 07 Gen 2018 20:58

I LIBRI COMMESTIBILI DI MARIAESTER GRAZIANO, DALL’ANORESSIA AL RISCATTO DEL PALATO

I LIBRI COMMESTIBILI DI MARIAESTER GRAZIANO, DALL’ANORESSIA AL RISCATTO DEL PALATO

L’AQUILA – L’anoressia, come forma di solitudine dell’anima e di privazione del corpo, poi un grave incidente, di quelli che ti cambiano fatalmente la vita, sono questi gli eventi “forti” che hanno sancito l’unione indissolubile di Mariaester con il mondo della scrittura. Un mondo parallelo ma reale, i suoi libri “commestibili” orbitano intorno alla tavola, luogo archetipico dell’incontro tra quello che sei stato, sei e sarai, in una pietanza di emozioni e persone, presenti e assenti, vicine e lontane, dove il cibo è solo uno dei tanti protagonisti.

È una storia intensa, emozionante, lunga e tormentata, quella di Mariaester Graziano, aquilana, insegnante di scuola primaria, laureata in Scienze dell’Educazione e Scienze psicologiche applicate, autrice dei libri Camminava sull’acqua e In nome del rosa, editi da Arkhé edizioni, e un terzo volume in fase di scrittura. Storie di introspezione, disagio, follia e passioni, il fine è una necessità ontologica per l’autrice, nei libri e soprattutto nella vita.

“La scrittura è diventata una necessità, sono i miei personaggi a chiamarmi, anche durante la notte quando mi strattonano dalle coperte per farmi scrivere” racconta a Virtù Quotidiane parlando della sua rinascita, interiore ed esteriore, “una nuova filosofia di vita acquisita cambiando prospettiva – rivela – Non è giusto opporsi al proprio destino, meglio accompagnarlo, accettarlo, viverlo”.

Prima dell’anoressia, Mariaester era una donna piena di vita, egocentrica, superficiale anche, così ci racconta, la sua era un’esistenza mondana ma mancava qualcosa. La scrittura le apparteneva già, sin da piccola quando le piaceva tessere le trame di racconti e fiabe. Poi l’anoressia, logorante, ossessiva. C’è stato un momento in cui Mariaester è arrivata a perdere i capelli, i denti, la struttura muscolare, se stessa.

Un giorno, forse a causa di un arresto cardiaco, la sua automobile perde il controllo e finisce schiantata contro un albero. È il suo cane, con lei nella vettura, a svegliarla dal trauma in un ammasso di lamiere, leccandole il viso e le piccole ferite, solo qualche escoriazione, un miracolo. Dopo quel terribile urto, infatti, Mariaester è salva, viva, intatta. È dal quel momento che ha inizio la sua rinascita spirituale e con lei i libri.

“Ci sono diversi tipi di anoressia, la mia è stata una forma di isolamento dalla società, una profonda solitudine, una reclusione che ha finito per allontanare comprensibilmente anche le persone intorno perché impotenti. Il rapporto con il cibo diventa un alibi – confida – Sono grata alla vita per quello che ho vissuto, rifarei tutto, tutto ha avuto un senso”.

“Ciò che crediamo impossibile si realizza”, così sintetizza il suo primo libro, Camminava sull’acqua. Una trama fitta e popolata di personaggi che riescono a trovare l’emancipazione dalla malattia, dal disagio.

I libri di Mariaester sono una “liturgia della tavola” con i suoi oggetti, le farine, i personaggi. Come il nonno che “abiura” il frigorifero, inconciliabile con il suo tempo, quello dell’attesa, della conservazione naturale degli alimenti, della cantina, dell’essiccazione, del vino buono che matura nelle botti.

Il rapporto con il cibo, ed i suoi contorni, è ricorrente nelle scritture della Graziano.

La trattoria è solo uno degli scenari del secondo libro, In nome del rosa, “colore audace che prima detestavo – spiega – l’incontro tra la pudicizia e il candore del bianco con lo schiaffo e la passione del rosso, un tao che accomuna i miei personaggi in un percorso alternativo al disagio, alla malattia. La follia come forma di sanità suprema verso una possibilità di riscatto”.

Libri commestibili, appunto, un concetto che ha a che fare con il nutrimento, ma non solo quello dell’anima. Per Mariaester assaporare la lettura sul palato è possibile, “erre croccanti, parole dolci, altre meno, sillabe sostanziose, ogni libro è una storia che si elabora e poi si digerisce, ogni libro si mangia come i mandala junghiani, pagine da gustare come un’ostia, forse è un sogno – dice Mariaester – ma si può realizzare”.

Articolo pubblicato su Virtuquotidiane.it il 1 giugno 2017


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