Cronaca 15 Ott 2018 18:59

LA BELLEZZA CONTEMPORANEA DEGLI ULIVI SECOLARI, ALLA RAVA TAGLIATA LA PERSONALE DI ANTONUCCI

LA BELLEZZA CONTEMPORANEA DEGLI ULIVI SECOLARI, ALLA RAVA TAGLIATA LA PERSONALE DI ANTONUCCI

RAIANO – “Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi” profetizzava Beuys. Nelle imponenti radici degli olivi secolari l’abbraccio rassicurante della terra, difesa della natura e della fragile, umana bellezza. Una relazione ancestrale oggi più che mai invocata anche nell’arte, la ricerca di un ritorno alle origini, l’urgenza di protezione dell’ambiente minacciato irreparabilmente.

Per esprimere tanta intensità di sentimento Alessandro Antonucci, artista custode del paesaggio e della sua memoria nei territori compresi tra Raiano e Vittorito (L’Aquila), ha individuato un percorso naturale in quattro interventi artistici che attraversano l’antico oliveto di famiglia nella riserva delle Gole di San Venanzio, spettacolare e selvaggio angolo d’Abruzzo solcato dal corso impetuoso dell’Aterno.

È nato così il progetto “Uliveti Contemporanei”, primo atto di una serie di interventi artistici tra ulivi secolari aperto al pubblico con le opere inedite dello stesso artista. Curata da Lucia Zappacosta (Alviani Artspace), la personale di Antonucci è un omaggio alla memoria di un luogo in cui arte e natura si fondono per raccontare la comunità locale e l’appartenenza ad una identità rurale.

La passeggiata nell’antico oliveto è esperienza commovente. Di comunione profonda con la natura e tra/per gli uomini. “Un luogo dell’anima, al limite del mistico” piace dire all’artista, nativo del territorio e anima dell’associazione culturale di Corfinio, Cuore dei Confini, impegnata a far conoscere la bellezza del comprensorio peligno con varie attività (www.cuoredeiconfini.org).

Sguardo accogliente e delicato, Alessandro ha il passo leggero necessario ad affrontare la ripida salita al sentiero per Rava Tagliata, la via più breve e più faticosa, un tempo, per portare a spalla giù a valle le olive raccolte tradizionalmente a mano. Cinquecento metri in salita tra cespi intrecciati di ginestra, lentisco e roverella in un sabato di ottobre straordinariamente caldo e invitante: all’invito della Giornata del Contemporaneo (13 ottobre) Virtù Quotidiane arriva in anticipo, punto di ritrovo la torre dell’orologio in piazza.

Alla spicciolata arrivano ben presto gli altri partecipanti e dopo un po’ ci ritroviamo immersi in un’atmosfera rarefatta, avvolti nel racconto silenzioso di quei tronchi contorti e nodosi. Quella che inizialmente poteva sembrare una lezione di agronomia sulle cultivar locali di olivo, Rustica e Gentile dell’Aquila – quest’anno il rendimento sarà medio-basso, i cambiamenti climatici hanno favorito la presenza della mosca olearia – ben presto diventa flusso di coscienza, viaggio a ritroso, alla vita ordinata dai tempi lenti della natura.

Le piante come esseri senzienti, immortali, custodi dei segreti più intimi del luogo, degli animali che lo abitano e che ora non vediamo, del tempo che scorre in sospensione.

Alessandro racconta dei saperi della gente nutrita da quella terra: “Bellezza stratificata”, dice. “Ho la fortuna di aver ereditato questo patrimonio, ci sto lavorando su da tempo e ogni ora del giorno cambia la luce e questa cambia la struttura degli alberi. Ho pensato ad un allestimento essenziale, minimo, inseguendo l’idea del divenire, del cambiamento. C’è l’istinto della cura, l’urgenza di proteggere la natura in pericolo, il timore che questo equilibrio possa finire. Quindi il desiderio di documentare, offrire una narrazione diversa del territorio”. E i preventivati trenta minuti di visita si dilatano fino al tramonto, che colora di rosa il Morrone dal lato di Sulmona, spettacolo nello spettacolo.

Le installazioni sono temporanee, i materiali scelti naturali. Entrando, è come varcare la soglia di questa dimora spirituale. “Muschio” è un’opera che trae spunto dall’osservazione delle dinamiche biologiche che si susseguono sui tronchi degli alberi. Una riflessione sulla complessità della biodiversità. L’artista ha interagito con i comportamenti della natura “pensando alla delicatezza del muschio che si deposita sui tronchi”. La lana filata (pecora di Scanno) stringe e protegge parte del tronco: “Con la pioggia infeltrirà, è il concetto del cambiamento”.

“Reta” (Rivelatore estetico tracce animali) è la seconda installazione: su un lenzuolo incastonato nel terreno per alcuni mesi, le tracce del passaggio e le traiettorie degli animali nell’uliveto. L’opera, rimossa da terra ed esposta poi in verticale, racconta la presenza della vita che si svolge in nostra assenza: l’oliveto spazio naturale e immaginario che – come una tela, ora squarciata – si fai matrice di future visioni.

“La seconda vita delle foglie” è la terza installazione visibile sul sentiero, una riflessione sul transitorio che ci circonda. Quattro forme di cemento, pensate per l’uliveto, raccolgono all’interno le potature invernali dell’albero. Col passare del tempo le foglie si trasformeranno fino a scomparire modificando la lastra di cemento in un corpo pieno di cavità, simulando e collegandosi idealmente al meccanismo di formazione geologica del travertino. Un’opera che, scrive la curatrice, attraverso la seconda vita offerta alle foglie vuole sottolineare la fragilità e la temporalità degli equilibri esistenti in natura e l’inesorabilità del destino.

A destra del naturale punto di dialogo in cui pietre, fascine e foglie d’ulivo si trasformano in sedute per godere anche del frutto di questo luogo, l’olio d’oliva, addentrandosi in un tratto in cui la natura ha riconquistato suoi spazi in maniera caotica e selvaggia, è possibile ammirare l’ultima delicata installazione, “Isatis”. Incastonata in questa dimensione intima e sacra, una forma accoglie una rosetta di foglie di Isatis tinctoria, pianta da sempre conosciuta e apprezzata come pigmento naturale dai rari toni blu.

L’intervento mira a far comprendere la funzione essenziale che gli ecosistemi svolgono, un auspicio al ripopolamento della pianta in questa zona. Ma prima dell’ultima stazione c’è l’offerta del vino e delle noci, la comunione che inneggia alla ritrovata fratellanza tra gli umani, alla coesistenza sinergica nella diversità.

Prossimo appuntamento con la nuova edizione di Uliveti Contemporanei in maggio-giugno, auspica Antonucci, quando la stagione potrà offrire l’esplosione vegetativa di colori e varietà.

Fino al 19 ottobre, su appuntamento al 338-1118944 o info@cuoredeiconfini.org.

Uliveto: 42°06’45.7″N 13°48’09.9″E

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