PANIERE E CAMMINO DELLA BARONIA, DA CASTELVECCHIO CALVISIO IL RISCATTO DEI BORGHI AUTENTICI D’ABRUZZO

CASTELVECCHIO CALVISIO – Ci sono tutti i prodotti tipici locali, a volte frutto di microscopiche aziende custodi di antiche produzioni che mantengono vive colture in via di estinzione, nel “Paniere della Baronia”, un insieme di eccellenze che possa veicolare l’immagine dei paesi del versante meridionale del Gran Sasso parte dello storico distretto medievale.
Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Calascio, Santo Stefano di Sessanio, Barisciano e Castel del Monte, alcuni cioè dei borghi più belli dell’Abruzzo aquilano.
Un percorso di cento chilometri in sei tappe, poi, costituisce il “Cammino della Baronia”, tra paesaggi mozzafiato, ambienti incontaminati e scorci da cartolina.
Sono le proposte avanzate in occasione della Giornata nazionale dei Borghi autentici, che domenica scorsa a Castelvecchio Calvisio tra tavole rotonde, laboratori di cucina e degustazioni, si è trasformata in una sorta di Stati generali della Baronia, capaci di riaccendere i riflettori sulle necessità e sui problemi dei paesi della montagna che vivono una preoccupante quanto crescente condizione di spopolamento.
Da queste parti, ad esempio, in cento anni si è passati da quasi ottomila ad appena ottocento residenti, il novanta per cento della popolazione in meno.
Borghi autentici d’Italia, tra i quali è annoverato anche il comune “fortificato” di Castelvecchio Calvisio, è una rete tra territori che mette al centro le persone e le comunità, realtà che decidono di non arrendersi di fronte al declino e che cercano di mettere in gioco risorse e tradizioni per creare nuove opportunità di crescita.
Fiscalità agevolata, tutela e salvaguardia del territorio nelle sue fragilità di tipo sismico e idrogeologico, garanzie sui servizi collettivi e soggettivi come scuola e sanità: queste, tra le altre, le proposte avanzate dai circa sessanta comuni che hanno aderito all’iniziativa.
La proposta del Paniere, che arriva proprio nell’Anno del cibo italiano, è stata avanzata in collaborazione con l’Arca del Gusto di Slow Food.
“Le forze endogene di questi territori e le iniziative che vengono messe in campo sono necessarie ma non sufficienti, pezze a colori che non riescono a frenare l’emorragia di abitanti che colpisce i borghi”, ragiona a Virtù Quotidiane l’architetto Giovanni Cialone, della condotta Slow Food dell’Aquila, profondo conoscitore del territorio che insieme a Fabio Germano, rilevatore Gps, ha progettato il Cammino.
“Oltre agli eroi che decidono di rimanere, bisogna creare condizioni di vita conveniente per riportare i giovani a vivere nei piccoli centri”, aggiunge.
“È necessaria un’azione politica seria, fino ad ora ininfluente”, rileva ancora Cialone citando la legge salva borghi del 2017, che però “è un passo indietro – afferma – rispetto alla legge sulla montagna del 1997 che conteneva punti fermi mai applicati. Non si possono scindere la montagna ed i suoi borghi. I borghi sono essi stessi montagna”.
Per questo l’appello rivolto coralmente alla politica: è necessaria la fiscalità di vantaggio, “un bar di montagna non può avere lo stesso regime fiscale del bar di via Condotti a Roma”, spiega Cialone per fare un esempio più che calzante.
Un altro aspetto emerso durante il dibattito è quello dei servizi eco-sistemici forniti dalla montagna alla città, “la falda acquifera del Gran Sasso fornisce acqua potabile alla metà della popolazione abruzzese. La montagna non è solo divertimento e svago, è tutto quello che c’è intorno, artigianato, agricoltura, manutenzione del territorio. Il modello dello sviluppo legato al turismo non basta da solo se non si attuano politiche serie, rimaste fino ad ora, purtroppo, lettera morta”, chiosa Cialone.
Sabato scorso, a Castelvecchio, si è parlato anche di “Riqualificazione territoriale e ricomposizione sociale nei piccoli centri del cratere a nove anni dal terremoto del 2009”, con il sindaco Luigina Antonacci e i sindaci del circondario. Il sindaco di Serra de’ Conti (Ancona) Arduino Tassi ha portato l’esperienza della regione Marche nella ricomposizione sociale nei piccoli centri durante e dopo il terremoto, il presidente della cooperativa La terra e il cielo, Bruno Sebastianelli, ha raccontato l’esperienza della riqualificazione territoriale dei piccoli borghi.
Domenica, convegno sui grani antichi moderato da Rita Salvatore, docente di turismo enogastronomico e sviluppo rurale dell’Università di Teramo, a cui sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga Tommaso Navarra, il direttore di Coldiretti L’Aquila Massimiliano Volpone, la componente del Consiglio e del comitato esecutivo nazionale di Slow Food Silvia De Paulis.
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