RISTORATORI ABRUZZESI, PRONTI DUE RICORSI CONTRO I DPCM
PESCARA – Un ricorso al Tar del Lazio, uno al Tribunale civile dell’Aquila e un pacchetto di proposte indirizzate al governo. Sono queste le tre azioni promosse da Aria Food, l’associazione di ristoratori presieduta da Valerio Di Mattia.
La reazione dopo un anno di chiusure e aperture a singhiozzo, ristori insufficienti e una crisi che ha investito il comparto della ristorazione e la filiera agroalimentare connessa, si sviluppa attraverso tre momenti. I primi due di natura giudiziaria e l’altro di natura politica.
Sui primi due fronti, una trentina di ristoratori della regione, con prevalenza nella zona teramana, coordinati da Aria e con la consulenza legale di Enzo Di Salvatore, professore di diritto costituzionale dell’Università di Teramo, verranno presentati due ricorsi. Il primo al Tar del Lazio contesta la legittimità dello strumento del Dpcm con cui sono state adottate le misure, ma anche il contenuto di queste, per via di una mancata differenziazione a seconda dei settori.
Il secondo al Tribunale civile dell’Aquila si incentra sull’insufficienza dei ristori. I ricorsi verranno seguiti dall’avvocato Paolo Colasante, del foro di Roma.
Sul piano delle proposte, i ristoratori chiedono un provvedimento ad hoc per il settore con maggiore flessibilità: per la zona gialla, che sia autorizzato l’esercizio delle attività a pranzo e a cena con chiusura dei locali alle 23,30; per la zona arancione, che sia autorizzato l’esercizio delle attività per mezza giornata, consentendo al ristoratore di optare tra il pranzo e la cena, secondo le caratteristiche proprie dell’area in cui insiste l’impresa; che siano adottati rigidi protocolli sanitari e svolgere una più efficace attività di controllo e di monitoraggio sulla ristorazione; per la zona arancione, che sia prevista la riduzione ulteriore del numero dei coperti in sala; per la zona arancione, che sia individuato un criterio che consenta di distinguere tra chiusura/apertura per Comuni che possiedano un ridotto numero di abitanti e Comuni che possiedano un alto numero di abitanti, al fine di rimuovere le disparità tra piccoli Comuni e Città densamente abitate; che siano introdotti strumenti di controllo sanitario specifici e mirati, in modo da consentire di riattivare il servizio dei banchetti; che sia favorita una seria politica di defiscalizzazione del costo del lavoro per evitare il concreto rischio di disperdere il bagaglio professionale di ciascuna impresa e che sia reintegrato del personale per il quale il contratto di lavoro sia scaduto durante il periodo di chiusura delle attività. Medio tempore si chiede la proroga del blocco dei licenziamenti per il personale al momento in cassa integrazione.