SULLE TRACCE DI SANT’ERASMO ATTRAVERSO I TERRITORI DELLA VALLE SUBEQUANA

ACCIANO – Quella Subequana è una valle straordinaria, ricca di storia e di bellezza. Basta fare una passeggiata in uno dei suoi borghi antichi, visitare le Pagliare di Tione o di Fontecchio, ammirare una delle fortezze e torri di avvistamento, godere della maestosa imponenza del Sirente per rimanere impressionati.
Oggi abbiamo scelto una metà forse meno nota, ma dal fascino suggestivo. Partenza da Beffi, sebbene avessimo potuto scegliere Succiano o Roccapreturo. Dai tre paesi, infatti, partono altrettanti sentieri che portano alla Chiesa di Sant’Erasmo, metà dell’escursione.
Abbiamo deciso inoltre di percorrere il cammino tipico della processione che ogni prima domenica di giugno porta fedeli e paesani, con in spalla due grandi statue del santo, prima alla Cunetta di Sant’Erasmo, poi in cima al Monte Offermo e infine alla chiesa per la cerimonia religiosa, e di aggiungere poi, al ritorno, la Valle di Roccapreturo.
Lasciamo l’auto in via Monte Grappa e da lì proseguiamo per la via selciata che porta a Rocca Preturo e che fa parte dell’Antico Cammino del Perdono di Celestino V. Svoltando a ogni bivio verso sinistra si arriva all’inizio del sentiero vero e proprio (20 minuti). Da qui inizia una leggera salita su una comoda carrareccia.
Su questo tratto c’è l’unico punto dove bisogna prestare attenzione perché la strada segue diretta alla chiesa di Sant’Erasmo mentre noi dobbiamo raggiungere, tagliando attraverso un grande prato che si apre a sinistra, la località Piè di Dritto: il luogo d’incontro (e un tempo di disputa) tra i fedeli di Beffi e quelli di Succiano per proseguire insieme la processione (45 minuti).
Il sentiero, sempre evidente anche se non segnato, qui sale anonimo per gli effetti dell’incendio che colpì l’area nel 2007, ma basta dare un’occhiata al Sirente innevato per sentirsi subito appagati.
Per raggiungere la Cunetta (1.160 m) s’impiega poco più di un’ora e mezza e il panorama che si apre intorno è da togliere il fiato: da un lato il Sirente, dall’altro il Gran Sasso e la schiera di paesi arroccati, da Bominaco a San Pio delle Camere, da Castelvecchio Calvisio a Castel del Monte a Calascio e la sua rocca; un posto magico.
Ripartiamo dunque alla volta del Monte Offermo. In mancanza di un sentiero ben visibile, proviamo ad aggirare la salita piegando sulla destra per evitare di prenderla di petto, ma complichiamo soltanto la situazione. Il consiglio è: soffrire un po’ pendenza ma affrontare l’Offermo dal versante della Cunetta; scarsi 30 minuti e si è alla croce di vetta (1.303 m).
Qualche foto e riprendiamo la marcia. Da questo lato si recupera subito la traccia del sentiero; non si può comunque sbagliare, la chiesa di Sant’Erasmo è in vista ai piedi del monte. 20 minuti e la raggiungiamo. L’edificio è in buono stato, appare evidente un recente restauro.
Con nostra sorpresa i due locali che la compongono, la chiesa e un locale di ricovero, sono aperti. Fa piacere scoprire che esiste ancora fiducia nel prossimo e rispetto da parte dei visitatori (2,45 ore).
Il rientro può essere affrontato in due modi: lungo la carrareccia di fronte alla chiesa, come la processione, sentiero 22; oppure allungando verso Rocca Preturo, sentiero 22A. Optiamo per la seconda opzione e c’incamminiamo, in direzione sud-est, su una delle quattro carrarecce che qui arrivano.
La chiesa di Sant’Erasmo è raggiungibile infatti anche da Bominaco e da Navelli. Tra sali e scendi e su una carrareccia evidente e segnata, in 45 minuti arriviamo a un rudere, dove bisogna piegare tutto a destra per immettersi nella Valle di Roccapreturo.
Inizia la discesa. A metà della valle, però, le sorprese non sono finite. Incontriamo prima la stupenda chiesa della Madonna della Valle, incastonata nella roccia, e poi ci si apre davanti in tutto il suo fascino la gola calcarea che sovrasta Roccapreturo.
La valle è incredibile, tutta orlata da spuntoni di pietra, e la vista sulla fortezza fortificata è sempre mozzafiato. La carrareccia, segnaliamo, è un po’ scomoda a causa della breccia ma percorrerla con calma non è certo un problema: il posto è davvero prodigioso.
In una mezz’ora scendiamo a Roccapreturo. Da qui non resta svoltare a destra e riprendere il sentiero segnato verso Beffi. Venti minuti di comoda carrareccia e poi di nuovo il sentiero selciato dell’Antico Cammino del Perdono e siamo arrivati al punto di partenza (5 ore). Alessandro Chiappanuvoli
Sostieni Virtù Quotidiane
Puoi sostenere l'informazione indipendente del nostro giornale donando un contributo libero.
Cliccando su "Donazione" sosterrai gli articoli, gli approfondimenti e le inchieste dei giornalisti e delle giornaliste di Virtù Quotidiane, aiutandoci a raccontare tutti i giorni il territorio e le persone che lo abitano.