Cultura 01 Nov 2019 19:53

NELLA BIBLIOTECA DEL RICORDO DI CORRADINO SCIPIONI

NELLA BIBLIOTECA DEL RICORDO DI CORRADINO SCIPIONI

MONTORIO AL VOMANO – Se le ferite causate da un evento catastrofico non possono mai davvero essere sanate, a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, qualcuno ha provato a rimettere insieme i pezzi di un dolore irrimediabile realizzando un luogo importante, di memoria sì ma anche di consapevolezza futura.

Questo qualcuno è Corradino Scipioni, dirigente del Montorio Volley ma soprattutto ideatore e anima instancabile della Biblioteca del ricordo.

“La biblioteca – racconta Corradino a Virtù Quotidiane – nasce purtroppo a seguito del terribile terremoto de L’Aquila avvenuto in questa data, il 6 aprile 2009, che nessuno riesce a dimenticare. Quel giorno, oltre a centinaia di altre persone, persero la vita tre giovani studenti montoriesi che vivevano e studiavano a L’Aquila, dove stavano seguendo le loro passioni che li avrebbero portati ad essere dei professionisti. Si tratta di Lorenzo Cinì, Arianna Pacini e Federica Moscardelli, tre ragazzi strappati alla vita davvero troppo presto”.

Lorenzo era il palleggiatore della squadra di volley che vede tuttora Scipioni come dirigente, giocava nel campionato di serie B e studiava nel capoluogo abruzzese per diventare fisioterapista. Arianna era una ballerina di danza moderna e frequentava la facoltà di psicologia, Federica invece si impegnava molto nel sociale ed era iscritta a medicina.

I loro genitori li aspettavano per Pasqua a Montorio, solo una settimana dopo.

Davanti alla tragicità dell’avvenimento, Corradino Scipioni ha avuto un’intuizione improvvisa e autentica, e ha pensato di dedicare ai ragazzi defunti uno spazio di condivisione e di bellezza, che non solo tenesse in vita il loro ricordo, ma che fosse in grado di tramandare ai suoi fruitori un messaggio importante.

Corradino ha iniziato presto a contattare decine di case editrici, associazioni culturali, scrittori ed enti pubblici, illustrando il suo progetto e invitandoli a donare volumi per mettere in piedi questa idea. Pian piano sono giunte le prime donazioni e, complice anche la rete ed un contagioso passaparola, il progetto di Scipioni ha preso davvero forma.

Ma dove sono custoditi tutti questi libri? La biblioteca del ricordo, inaugurata il 10 aprile del 2010, si trova all’interno del Palazzetto dello Sport di Montorio, che continua ad essere sede di partite e allenamenti dei volleisti montoriesi.

“Ho scelto convintamente questo luogo per far sì che il palazzetto dello sport di Montorio al Vomano – precisa Scipioni – potesse diventare, oltre che luogo di sport, anche luogo di cultura e, in questo caso, di commemorazione. Sport e cultura sono fondamentali per la crescita dei ragazzi (fu il poeta latino Giovenale a inventarsi il famoso detto ‘mens sana in corpore sano’) e a distanza di anni mi rendo conto che non avrei potuto scegliere luogo migliore per un progetto simile”.

Il palazzetto infatti è grande abbastanza per accogliere centinaia di volumi che, dal 2010 continuano a riempire mensole e scaffali dei locali adibiti.

“Sono trascorsi dieci anni dal terremoto – dice ancora Scipioni – e nove dalla fondazione della Biblioteca del ricordo. Ormai posso dire che questa realtà è conosciuta e apprezzata non solo nella nostra regione ma anche nel resto dell’Italia. Per questo non posso non ringraziare le numerose case editrici che si sono mostrate sensibili a questo progetto, e ovviamente la stessa cosa vale per molti scrittori, anche di fama internazionale che non hanno esitato a contribuire . Tra loro c’è stato anche l’indimenticato Andrea Camilleri da poco scomparso, ma anche Gleen Cooper, Marc Levy, Silvia Vallone, Stefano Benni, Sveva Casati Modignani, Chiara Gamberale. Certo è che, anche grazie a questi nomi e con il contributo e la generosità di chi ha accolto il mio invito, la nostra è diventata tra virgolette una grande biblioteca”.

Il progetto della biblioteca voluto e realizzato con la tenacia di Corradino Scipioni , rivela insomma che commemorare non significa certo ripetere una forma rituale, o limitarsi a ripercorrere idealmente, a cadenze stabilite, un evento accaduto nel passato.

Il senso vero di ogni opera commemorativa è fare in modo che attraverso essa la memoria possa farsi attiva e che dal ricordo si possa sempre imparare qualcosa.

“La mia speranza – conclude Scipioni – è che il ricordo di Lorenzo, Arianna e Federica possa accompagnare i tantissimi ragazzi, non solo coloro che frequentano il palazzetto, a non abbandonare mai la voglia di realizzare i propri desideri”.


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