NEVOLE DI ORTONA, LA STORIA SECOLARE DELLE CIALDE LEGGERE E FRIABILI. MA NON CHIAMATELE DOLCI

ORTONA – “Una cialda arrotolata, sottile, leggera e friabile. Ma la nevola non è un dolce”. Parola di Domenico Iubatti, il più esperto conoscitore del prodotto gastronomico tipico di Ortona (Chieti). Dal 2007 ha creato insieme ad Annamaria Di Lorenzo, “Gli amici della Nevola” associazione nata per tutelare la ricetta e divulgare le ricerche attorno a questa secolare leccornia. Queste ultime racchiuse in una pubblicazione edita da Cercone dal titolo Nevole di Ortona, tra storia e gastronomia.
La storia della nevole di Ortona, cialde a base di mosto cotto, farina e olio evo, cotte con l’apposito ferro, da non confondere tassativamente con la neola, la classica pizzella, risale, nella provincia di Chieti, almeno al 1500 quando “il vescovo di Lanciano, arrivò a bandire la preparazione delle nevole”, racconta a Virtù Quotidiane Iubatti. Alla base del motivo, sembrerebbe ci fosse la forma fallica della cialda.
“Insieme all’amica Annamaria, vicepresidente dell’associazione, facevamo un concorso del dolce nostrano, e vedevamo che attorno alla nevola c’era grande interesse, ma nessuno sapeva farlo. Mi sono messo a fare una ricerca e siamo riusciti a trovare diverse fonti storiche. Il primo ferro che abbiamo in Italia, ad esempio, risale al 1250. I primi dati su Ortona li troviamo intorno alla fine del 1500”.
E se non è noto come sia approdata ad Ortona la cialda, certo è che si tratta ormai di una tradizione. Un prodotto gastronomico tipico e originale abbinato ai giorni di festa. “La nevola è simbolo di festa. Nei battesimi o nei matrimoni. Ricordo che quando ero ragazzino – dice ancora Iubatti che ha 74 anni – quando si andava a casa a trovare la sposa, subito si offriva il vassoio di nevole. Ma questa tradizione si stava perdendo”.
È così che Domenico e Annamaria hanno creato l’associazione con lo scopo di salvaguardare le caratteristiche e la storia delle Nevole, con l’intento di arrivare a un vero e proprio disciplinare.
“Chiunque fa le nevole, ti dirà sempre che la ricetta migliore è la sua – afferma Iubatti -. Allora sono partito da un altro principio. La nevola è una cialda arrotolata. Qualcosa di leggero, friabile. Il nome richiama la nuvola, quindi un elemento quasi trasparente. Questo significa che la nevola deve essere leggera. Quelle preparate da chi sa farle pesano massimo 15 grammi. Deve essere sottile e non tutti la sanno fare”.
Per una nevola doc, le parole d’ordine sono leggerezza e friabilità. Niente croccantezza. “Le nevole sono come le ciliegie. Una tira l’altra. Quindi devono essere per forza leggere – avverte Domenico -. Inoltre il mosto cotto va fatto con uva pergolone, perché gli dà un sapore particolare a cui non si deve aggiungere null’altro”.
Partendo da regole ferree e rigide, l’associazione da anni promuove ogni occasione per divulgare la cialda, con tanto di “Festa Alla Nevola” ogni estate. “Non è la Festa Della Nevola – sottolinea il presidente – ma Alla Nevola perché noi la dedichiamo a questo prodotto”.
La ricetta delle Nevole dell’associazione “Gli amici della nevola”
Ingredienti per 70 nevole
500 grammi di mosto cotto
250 grammi di olio d’oliva
1 bicchiere d’acqua
50 grammi di zucchero
buccia di arancia grattuggiata
anice (semi grattuggiati)
cannella
1 kg di farina (700 di grano tenero e 300 di grano duro)
Procedimento
Mettere a bollire il mosto cotto con l’olio, lo zucchero e l’acqua. Appena inizia il bollore spegnere il fuoco. Formare la fontana con la farina, versarvi al centro il composto bollente a base di mosto cotto ed impastare. Fino a ottenere un impasto non appiccicoso, ma morbido. Far riposare l’impasto per 10 minuti coprendolo con un canovaccio umido.
Dopo aver fatto ben riscaldare il ferro sul fuoco, formare con l’impasto una palla grande più o meno quanto una nespola, metterla nel ferro e chiuderlo.
Voltare subito il ferro e lasciar cuocere per circa un paio di minuti per lato.
Togliere le cialde dal ferro, velocemente prenderne il bordo e dividere la cialda in due in modo da ottenere due cialde sottolissime. Le due cialde avranno una faccia liscia, che era a contatto con il ferro e una grezza, che era a contatto con l’altra parte della cialda. Prima che si freddino arrotolarle su se stesse formando un cono, facendo capitare la faccia grezza all’interno del cono.
Poggiare le nevole appena ottenute in modo che non si srotolino.
Sostieni Virtù Quotidiane
Puoi sostenere l'informazione indipendente del nostro giornale donando un contributo libero.
Cliccando su "Donazione" sosterrai gli articoli, gli approfondimenti e le inchieste dei giornalisti e delle giornaliste di Virtù Quotidiane, aiutandoci a raccontare tutti i giorni il territorio e le persone che lo abitano.