Personaggi 25 Mag 2021 19:59

DALLA SARDEGNA ALLA MARSICA: L’AFFASCINANTE STORIA DELL’ALLEVATORE POMPEO

DALLA SARDEGNA ALLA MARSICA: L’AFFASCINANTE STORIA DELL’ALLEVATORE POMPEO

PESCINA – La tradizione pastorale sarda si coniuga con quella abruzzese nel piccolo borgo di Venere, nel comune di Pescina (L’Aquila), paese noto anche per aver dato, fra gli altri, i natali a Ignazio Silone. Qui circa mille capi di pecore sarde vivono e sono allevate da Pompeo Fadda e dalla sua “Tenutella” che produce latte e formaggio.

Il viaggio di Pompeo e quello della sua famiglia, però, ha origine nella provincia di Nuoro, nel paese di Bitti a quasi 600 metri sul livello del mare. 43 anni fa, infatti, l’allevatore ha lasciato la Sardegna per arrivare sulla penisola. Dapprima Roma per poi giungere in Abruzzo: dopo Cappadocia, Campo Felice e Collarmele, ha deciso di stabilirsi definitivamente nel paese di Venere.

“La mia famiglia alleva pecore da generazioni – racconta Pompeo a VirtùQuotidiane – quando ero a Roma venivo in Abruzzo durante l’estate per la transumanza. Ora da 8 anni siamo qui e abbiamo aperto un piccolo caseificio dove trasformiamo il latte delle nostre pecore e vendiamo i prodotti che ne derivano”.

Le pecore allevate sono tutte autoctone sarde e durante la giornata, a gruppi, pascolano libere sui prati marsicani: quando un gruppo di pecore viene munto, un altro è fuori per le montagne e un altro ancora si trova nel recinto in attesa che rientrino gli altri capi.

“Il nostro formaggio non è troppo forte sebbene sia prodotto con latte di pecora – continua Pompeo – abbiamo deciso, infatti, di utilizzare il caglio di vitello che addolcisce ma conferisce il grado di piccantezza che basta”.

Sacrifici e tanta fatica contraddistinguono il mestiere dell’allevatore sardo che come tutti coloro che vivono a stretto contatto con la natura e gli animali, non conoscono festività e ferie. L’ingrediente segreto, però, è quello della passione: “Se un lavoro piace lo si fa con passione e si accusa di meno la fatica, non possiamo assentarci un giorno e anche se lo facciamo, deve esserci qualcun altro che si occupi del bestiame”.

Nell’era della digitalizzazione, dell’accesso al web per acquisire qualsiasi tipo di informazione e dettaglio, toccare con mano i tempi che furono resta ancora un’esperienza in grado di trasmettere sensazioni e suggestioni uniche.

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