MARTINA, TERREMOTATA DUE VOLTE: “COI PENNELLI DIPINGO LA BELLEZZA DELLA VITA”

ARQUATA DEL TRONTO – La passione per il mondo del make-up l’accompagna da sempre, i suoi attrezzi del mestiere sono i pennelli e il talento non le manca.
Martina Turco, che sopravvissuta al terremoto dell’Aquila si è trasferita ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), dove con il sisma di 7 anni dopo ha perso la figlioletta di 18 mesi Marisol (la vittima più piccola del disastro del Centro Italia), cerca oggi di conciliare gli impegni professionali da truccatrice con quelli di mamma.
Proprio ad Arquata, dove vive con il compagno Massimiliano e la sua secondogenita, la piccola Paola nata due anni fa, Martina, 32 anni, è oggi una donna nel pieno della carriera, che usa i suoi colori per rappresentare, proprio attraverso il make-up, la sua personale visione del mondo.
Un mondo variopinto e dalle più disparate sfumature, nel quale la giovane si destreggia quotidianamente, tra il lavoro di truccatrice e truccabimbi, continui corsi di aggiornamento e varie competizioni in giro per l’Italia e l’Europa. Tra queste, il “Body painting contest” di Casa Sanremo nel 2018, un festival nel festival dedicato all’arte della pittura corporale e ai suoni, e l’Italian body painting festival e il World body painting festival, entrambi in programma nei prossimi mesi.
Determinata e dinamica, la giovane è in particolare specializzata in face and body painting e body art, tatuaggi all’hennè, trucco aerografo e make-up per effetti speciali, che insegna presso la scuola di estetica L’Acropolis di Ascoli Piceno e, nonostante i numerosi impegni personali e professionali, ha da sempre le idee molto chiare: con il make-up è riuscita a trasformare una passione in lavoro vero e proprio, anche se, come racconta a Virtù Quotidiane, ha impiegato un po’ di tempo “a convincere, non tanto se stessa quanto gli altri, che si trattasse della strada giusta da intraprendere”.
“Trucco e disegno mi sono sempre piaciuti molto – dice – , ma mi sentivo dire continuamente da tutti che con un diploma professionale da make-up artist non sarei riuscita a crearmi una professione continuativa e ben retribuita e quindi ho sempre rivolto le mie attenzioni altrove, spesso forzandomi a soffocare quelle che invece erano le mie reali aspirazioni”.
Dopo il diploma, si è quindi iscritta alla facoltà di Veterinaria all’Università di Teramo ma, pur amando gli animali, non si è mai laureata perché, a un certo punto, ha deciso di abbandonare la carriera accademica per dedicarsi anima e corpo al trucco e ai colori.
“Più passava il tempo più mi rendevo conto di sentirmi inadeguata – prosegue –. Ho iniziato pian piano a disinteressarmi alle lezioni e a studiare sempre di meno e l’unica cosa che mi dava soddisfazione era truccare le mie compagne di corso quando uscivamo la sera”.
In realtà le prime avvisaglie c’erano già state anni prima, quando Martina era poco più che una bambina. Già alle superiori, quando fu un docente dell’Istituto agrario dell’Aquila che frequentava a chiederle se fosse sicura di aver scelto la strada giusta.
“Effettivamente, col senno di poi mi pento di non aver scelto sin da subito la carriera artistica – aggiunge – . Con gli anni ho imparato che è sbagliato agire solo per piacere agli altri e che è sempre meglio seguire ciò che sentiamo nel profondo di volere davvero per noi stessi. Oggi mi sento fortunata perché quello che faccio mi piace e mi regala molte soddisfazioni, nonostante sia diventato complicatissimo riuscire a emergere e ad affermarsi in un mondo variegato come quello del trucco”.
Non solo, infatti, con l’avvento dei social e con il boom degli influencer, sono moltissime ad ora le persone che decidono di reinventarsi make-up artist ma, come precisa la stessa Martina, “non esistendo un vero e proprio albo professionale, si tratta di un mestiere ancora non riconosciuto in Italia, per cui tutti coloro che ritengono di avere un minimo di competenze si sentono in diritto di autodefinirsi truccatori agli occhi della gente”.
“In realtà, dietro un lavoro come il mio ci sono anni di esperienza e tanto studio teorico e ad oggi sono in pochi quelli disposti mettersi in gioco – dice – . Purtroppo, stiamo infatti vivendo in un periodo di crisi e Instagram e Youtube, pur rappresentando un trampolino di lancio e un’occupazione per molti professionisti dotati di effettive competenze, danno modo un po’ a tutti di improvvisarsi esperti del settore, col rischio di sfociare in dilettantismo e superficialità”.
Una superficialità che Martina dice di riscontrare in più ambiti anche nel concreto: dal body painting, ai trucchi spose, passando anche per i tatuaggi all’henné e, soprattutto, al face painting per bambini.
“Essere competenti non vuol dire solo essere dotati di talento – puntualizza – , ma anche aver acquisito col sudore le capacità necessarie per poter effettivamente intraprendere una professione. È inoltre molto importante saper distinguere i cosmetici validi da quelli non certificati e dannosi per la pelle e per farlo è necessario possedere specifiche conoscenze. Mi riferisco soprattutto agli eventi organizzati per i più piccoli, dove incontro spesso truccatori arrangiati che, di professionale, hanno ben poco e non lo dico tanto da esperta ma da genitore”.
E nonostante una vita privata pregna di impegni, la sua è una professione in continuo divenire che, tra eventi, corsi e competizioni, ogni giorno si arricchisce nozioni nuove e sempre al passo con i tempi.
“Non mi fermo mai perché ritengo di avere ancora tanto da imparare – dice – . Non mi sono mai accontentata del solo diploma conseguito tramite il corso regionale di base e ho sempre preferito partecipare a eventi, giornate a tema, masterclass e corsi focus di vario genere che arricchissero il mio bagaglio professionale quanto più possibile. In questo campo, l’aggiornamento è tutto perché il trucco si sviluppa continuamente ed è, proprio in virtù di questo, che bisogna saper essere in grado ogni volta di mettersi in gioco in tal senso”.
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