Personaggi 04 Gen 2021 19:11

STELLA LUCENTE, L’ULTIMA CERAMISTA DI INCISIONE DELLA STORICA ARTE AQUILANA

STELLA LUCENTE, L’ULTIMA CERAMISTA DI INCISIONE DELLA STORICA ARTE AQUILANA

L’AQUILA – È l’unica e ultima artigiana a dare ancora corpo alla tradizionale arte ceramica aquilana, grazie al patrimonio di conoscenze appreso nel laboratorio di San Bernardino, un’istituzione per la città dell’Aquila nel campo della formazione artigianale, oggi solo un ricordo lungo undici anni, da quando il terremoto ha reso inagibile la sede a ridosso del complesso conventuale.

Lei è Stella Lucente, ceramista di incisione, titolare della bottega artigiana “L’Aquila Ceramiche” avviata proprio nel 2009, con lo scopo non solo di dare continuità ad un mestiere divenuto una autentica passione, ma soprattutto con l’intenzione di recuperare la tecnica del graffito.

Un’arte antica, diventata nel tempo caratteristica essenziale della ceramica aquilana, un sapere che andrebbe tramandato alle nuove generazioni per non finire nell’oblio delle tradizioni perse.

Stella porta avanti quest’arte da sola, nel laboratorio allestito in casa, con un forno per cuocere l’argilla, un tornio per modellarla e tutti gli utensili necessari a incidere, decorare e dipingere i numerosi oggetti che realizza, piatti e boccali, bomboniere, palline e campanelle natalizie, targhe e numeri civici, articoli personalizzati e unici. Oltre al laboratorio, è possibile ammirare le opere di L’Aquila ceramiche in via Gramsci ma solo su appuntamento.

La storia di Stella ha qualcosa di straordinario ripercorrendo il cammino inaspettato, ma desiderato, verso il mondo della ceramica “che mi ha sempre attratta sin dall’età adolescenziale – dice a Virtù Quotidiane –. Dopo gli studi universitari in una facoltà umanistica e quindi molto diversi, avevo più volte tentato l’iscrizione ai corsi professionali per maestri ceramisti del laboratorio di San Bernardino, ma venivo scartata perché non avevo i requisiti che altri candidati avevano maturato nelle diverse accademie d’arte”.

Stella però viene ripescata grazie ad una rinuncia e così, complice il destino, comincia il suo percorso formativo presso il laboratorio, con maestri ceramisti di Castelli come docenti. L’arte ceramica del borgo del Gran Sasso teramano, celebre in tutto il mondo, ha origini antichissime che risalgono al Cinquecento, ma non contempla la tecnica aquilana dell’incisione, scomparsa nel tempo.

Dopo il corso, nel 2004, Stella comincia a lavorare nel laboratorio di ceramiche, insieme ad altri due giovani, chiamati per dare nuovo slancio alla produzione. Un’esperienza importante con la quale diventa sempre più sentita per lei la volontà di recuperare la tecnica aquilana del graffito a incisione.

La tecnica dell’incisione, una delle arti più antiche della ceramica, ha caratterizzato per molti anni le creazioni del laboratorio aquilano fino a scomparire quasi del tutto.

“Ho fatto una ricerca, attraverso fotografie e testimonianze, come quelle dei professori Mastrantonio Tosto per la decorazione e Giovanni Cosenza per le forme, quest’ultimo deceduto la notte del terremoto” racconta. La caratteristica che contraddistingue la ceramica dell’Aquila è proprio quella dell’incisione dell’argilla, la superficie non liscia ne racconta la lavorazione, molto lunga e minuziosa. Ci vogliono anche sette giorni, o più, per ultimare un lavoro, passaggi tra cromature diverse e dovizia di particolari importantissimi.

Lavorata a mano o al tornio, l’argilla grigio scuro diventa rossa con la cottura, viene poi ricoperta da un nuovo strato di argilla, detta ingobbio, di colore grigio chiaro, che portata alla temperatura di oltre 900 gradi diventa di colore bianco latte. Giunta a consistenza, la materia è pronta per essere incisa con una punta metallica ma dovranno passare ancora altri giorni prima che si asciughi completamente per essere di nuovo infornata. Un lavoro che Stella esegue tutto da sola. Ma non è finita.

“Trascorsi circa due giorni in forno, l’oggetto viene sfornato, colorato a mano, ricoperto da un velo di cristallina per l’effetto lucido e infornato nuovamente. Senza smalti la ceramica della nostra città ha un colore antico – osserva la ceramista -, una tecnica tramandata negli anni da maestro ad allievo, frutto di mani capaci e un cuore che riconosce il valore dell’attesa”.

L’argilla infatti, così come l’artigianato in generale, detta i suoi tempi attraverso processi lenti che testimoniano un valore, una ricchezza, un lavoro di mani e anima che sopravvive con orgoglio alla modernità imperante dell’industria, veloce ma standardizzata. L’arte della ceramica aquilana vive e sopravvive grazie all’impegno di Stella e alle ordinazioni della sua affezionata clientela, “ma che ne sarà dopo di me?”.