Annientata la produzione vinicola in Abruzzo, la filiera è compatta: “Aiuti subito o scendiamo in piazza”

PESCARA – È pronto a scendere in piazza il mondo vitivinicolo abruzzese per chiedere a gran voce aiuti indispensabili per non mandare all’aria migliaia di imprese messe in ginocchio dalla peronospora, il fungo che ha colpito le uve di tutta la regione, cancellando ben l’80 per cento delle produzioni.
L’annuncio di una possibile manifestazione per sollecitare la Regione, e soprattutto il governo, a dare subito ristori alle imprese, è arrivato durante una conferenza convocata in maniera compatta da 12 sigle, tra cooperative e associazioni, capitanate dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, a rappresentare l’intera filiera produttiva vitivinicola.
Intanto martedì prossimo si riunirà un Consiglio regionale straordinario, a cui le associazioni porteranno le loro istanze, anche attraverso un sit in organizzato di fronte a Palazzo dell’Emiciclo, all’Aquila.
“In Abruzzo ci sono 15 mila aziende agricole quasi tutte concentrate nella provincia di Chieti, che rappresenta l’80 per cento del Pil enologico regionale. Quasi tutte sono conferitori”, ha spiegato il presidente del Consorzio di Tutela, Alessandro Nicodemi, (nella foto) facendosi portavoce del pensiero degli altri presenti, Domenico Bomba per la Cia, Mauro Lovato per Confagricoltura Abruzzo, Piercarmine Tilli per Coldiretti, Antonio Marascia per Confcooperative, Andrea Di Fabio per Legacoop, Franco D’Eusanio per Liberi Agricoltori, Dino Dell’Osa per Copagri, Luciano Gagliardi per il Daq (Distretto agroalimentare di qualità), Gianni Pasquale, presidente di Assoenelogi Abruzzo, Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino Abruzzo e Lorenzo Di Sario, coordinatore regionale delle Città del Vino.
260 MILIONI DI BOTTIGLIE PERSE
“Il danno è immenso”, ha continuato, “perché abbiamo più di 2,7 milioni di quintali di uva mancanti, pari a circa 2 milioni di ettolitri di vino che in termini di imbottigliato equivalgono a circa 260 milioni di pezzi; se dovessimo fare una stima del mancato reddito delle aziende possiamo indicare in circa 108 milioni di euro la perdita sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni circa sull’imbottigliato”.
“Una stima prudenziale induce a ritenere che la filiera vitivinicola della regione Abruzzo subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro. Se a livello nazionale il settore vitivinicolo porta all’economia 10 miliardi di euro, a cui si aggiungono circa 2-3 miliardi dell’enoturismo, come fa ad essere congruo uno stanziamento da parte del governo di 7 milioni a livello nazionale?”, domanda polemicamente Nicodemi.
Da qui le richieste, avanzate in maniera compatta da tutte le associazioni, “perché questa non è una conferenza stampa di bandiera o di colore”, ha precisato il presidente, “ma un modo per lanciare un segnale forte e chiaro alla politica regionale e nazionale per risolvere la problema della peronospora che sta causando più danni del Covid”.
LE RICHIESTE
Innanzitutto ristori a fondo perduto per la perdita delle uve per dare liquidità alle imprese; e poi sospensione del pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le “garanzie bancarie” (come è stato fatto durante l’emergenza Covid) che renderebbero automaticamente le aziende richiedenti inaffidabili di fronte alle banche, per almeno 24 mesi, quindi inabili a qualsiasi tipologia di nuovi finanziamenti; sospensione e/o riduzione dei contributi Inps; e azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere.
Secondo le associazioni, la questione sino ad ora è stata trattata con “disinteresse sia a livello nazionale che regionale. Il governo ha dato 13 miliardi di euro per il granchio blu, 19 per la peste suina. Per il mondo del vino, settore strategico per l’economia nazionale, ad oggi vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, perché in ambito regionale si parla di 5 milioni in 2 anni ed in quello nazionale di 7 milioni; dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie che dovrebbero aggirarsi quanto meno sul miliardo di euro”.
“Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo ad oggi non è in grado di dare risposte chiare a sostegno del settore”, hanno accusato, annunciando: “Saremo costretti a scendere in piazza; tutti noi in questi mesi abbiamo avanzato specifiche richieste a supporto del mondo produttivo e fornito indicazioni operative in merito all’emergenza peronospora, ma a nulla sono serviti. Siamo pronti anche a riconsegnare le tessere elettorali”.
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