DA MONTICCHIO AL CASTELLO DI SAN PANFILO, LA RISERVA “DOLINE DI OCRE” CON LA NUOVA SENTIERISTICA È PER TUTTI

OCRE – Dà grande soddisfazione essere sorpresi dalle meraviglie della natura, ma se c’è una cosa che porta ancor maggiore soddisfazione è quando l’intervento umano riesce nell’intento di facilitarne la fruizione senza però intaccarne l’autenticità.
È quanto accaduto nell’area delle Doline di Ocre, Riserva Naturale dal 2015 e Sito d’interesse comunitario dal 2014, dove una serie di bacheche e frecce di legno segnalano in modo chiaro il sentiero che si percorre e le altre possibili biforcazioni (vedere mappa).
La rete sentieristica rientra all’interno del progetto “Interventi per ridurre la frammentazione degli habitat e mantenere il collegamento ecologico e funzionale”, finanziato con fondi Pof Fesr Abruzzo 2014-2020 e proposto dall’Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e dai Comuni dell’Aquila, di Ocre e di Scoppito.
All’area è possibile accedere da ogni frazione di Ocre (eccetto San Martino) e da Monticchio percorrendo via Beato Timoteo.
Per camminare attorno alle grandi doline si è scelto di partire da Cavalletto, via Centrale, in corrispondenza dell’accesso alla falesia di arrampicata.
Lasciata la strada sterrata e imboccato il sentiero, si trovano le prime bacheche sulle quali è possibile informarsi sull’area e decidere il proprio cammino. Seguiamo il percorso “Dolina” fino al Convento di Sant’Angelo, percorso “Flora” e Monte Cavalletto per il ritorno.
L’obiettivo sono le grandi depressioni carsiche, la Dolina di Monticchio e la Fossa Raganesca. Dopo un tratto di salita si guadagna subito quota. Siamo sopra la falesia da dove si può ammirare sia la vasta depressione di Monticchio che il panorama della catena del Gran Sasso.
Lo spettacolo, in una giornata di nebbia fitta sulla piana come oggi, è mozzafiato. Percorriamo il sentiero battuto, ora per lo più pianeggiante, che accostando un muro a secco porta fino al convento. Non si impiegano più di trenta minuti.
Ai bordi, ragnatele intrise di rugiada merlettano il sottobosco. S’imbocca, oltre la sbarra, la carrareccia che sale davanti al convento. Protetti dal Castello di Ocre, non appena il sentiero spiana, un’altra strada sterrata ci porta sull’affaccio della Fossa Raganesca, che con il suo diametro di 500 metri, è la più grande del centro Italia.
Il sentiero segue la circonferenza della dolina. Troviamo un’altra bacheca e alcuni bivi che scendono da ambo i lati della cresta. Il nostro cammino però segue dritto verso Monte Cavalletto, attraverso la pineta, e oltrepassa i resti di quello che pare un antico insediamento pastorale.
Il Gran Sasso innevato si mostra all’orizzonte. Il Sirente, così vicino, si svetta come a proteggere il cammino. Il letto di nebbia non accenna a diradare. Seguendone i fumi verso la Valle Subequana si scorge la Maiella al sole. È il momento apicale, che anticipa quello di tornare indietro.
Con la nuova rete sentieristica delle Doline di Ocre, insomma, da Monticchio fino al Castello di San Panfilo, per camminatori, ciclisti e runner non c’è davvero che l’imbarazzo della scelta. Alessandro Chiappanuvoli
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