PESCARA – I ristori che non arrivano, quelli precedenti troppo pochi e per molti, specie chi ha una struttura medio grande, nemmeno l’asporto è sufficiente a pareggiare i conti.
È una situazione drammatica per la ristorazione. Confermata da Massimiliano Pisani, proprietario di Birreria del Corso, ristorante-pizzeria in viale Regina Elena a Pescara, alle spalle di piazza Salotto, con una storia cominciata dal 1947 e dal 1971 nelle mani della famiglia Pisani.
Il cinquantesimo anno di attività per questo locale non inizia sotto una buona stella.
Il nuovo ingresso di Pescara e provincia (e anche del territorio di Chieti), domenica scorsa, in zona rossa, decretato dalla Regione, impedisce l’arrivo dei ristori, che sarebbero altrimenti previsti se la disposizione arrivasse dalla cabina di regia nazionale. E questo fa ancora più male.
“Con una struttura come la mia, da 130 coperti prima del Covid, scesi a 50 con distanziamenti ampissimi, fare l’asporto è impossibile. Lo facciamo solo nel weekend, per tenere accesa l’insegna in una città dove, con le ultime chiusure, sono solo macerie – commenta Pisani a Virtù Quotidiane -. A novembre, con i contatori azzerati mi sono arrivate bollette per i costi fissi da 1.511 euro. La chiusura improvvisa di domenica ci ha lasciato tutta la merce fresca acquistata invenduta e da buttare”.
Sprechi su sprechi.
“Capisco la protesta del ristoratore che ha deciso di aprire per una sera a Milano – confessa il ristoratore che è anche presidente del settore commercio di Confartigianato Pescara -. È un gesto estremo, dimostrazione di chi non ce la fa più, di chi è alla canna del gas e si sente abbandonato. È una manifestazione valida, ma noi non vogliamo essere additati come untori. Un ristorante come il nostro con una storia alle spalle riuscirà in qualche modo a uscire da questa condizione, ma per chi è giovane, ha un microlocale, aperto da poco, sarà difficile ripartire. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, 300 mila aziende della ristorazione chiuderanno. In Abruzzo saranno almeno 3 su cinque con 30-40 mila posti di lavoro che saltano. Più tutte le conseguenze sull’indotto. Pensiamo solo che sono mesi che in piazza Salotto compare un cartello affittasi su un locale commerciale. Prima sarebbe stato impensabile. Siamo noi a pagare per la maleducazione e la disattenzione delle persone. Specie dei giovani. Due sabati fa a Pescara sembrava Capodanno, con fiumi di persone. È assurdo”.
Secondo il gestore ora più che mai è necessario l’intervento delle istituzioni. A cominciare dal Comune che dovrà prevedere “l’esenzione Cosap per tutto il 2021, pensare a un’occupazione di suolo pubblico più ampia. Spero che ci dia una mano adeguata”.