SANTO STEFANO DI SESSANIO – Da Santo Stefano di Sessanio a Castel del Monte (L’Aquila) la montagna torna selvaggia come nel Medioevo. Le forme dell’insediamento, dell’agricoltura, della pastorizia, hanno creato paesaggi assolutamente peculiari; un mosaico di ambienti ai quali flora e fauna hanno avuto nei secoli scorsi tutto il tempo di rigenerarsi.
Nel Medioevo il viaggio diventa “comunanza” evento sociale, atto spirituale, o semplicemente l’aspettativa di migliori conoscenze di uomini e luoghi.
Per avere un’idea di come si viaggiava nel Medioevo basta fare un trekking, con un semplice zaino sulle spalle, abbandonare le comodità dell’asfalto e imboccare le strade e i sentieri di campagna.
Ma quali strade? Non avevano una struttura ben definita se non quanto rimaneva delle “vie romane”.
Spesso si seguiva l’orografia del terreno e si faceva ricorso alle antiche mulattiere.
Sotto la dominazione normanna in Abruzzo c’è un sostanziale riutilizzo di tutte le strade romane. Il fenomeno dell’incastellamento con la nascita di nuovi centri abitati, posti in posizione elevata per motivi di difesa e lontani dal modello insediativo sparso, a bassa densità dei secoli precedenti, diede un nuovo impulso al processo di riqualificazione ed ammodernamento della viabilità secondaria fondata per lo più da percorsi utilizzati dalla Transumanza: bracci, tratturi e tratturelli.
Si realizzò così, un fitto reticolo di vie in grado di superare anche forti dislivelli e tutte collegate alle grandi arterie di eredità romana.
Diventava determinante la brevità del percorso piuttosto che la comodità del viaggio.
I paesi non erano collegati da un sistema viario preciso, ma attraverso un gran numero di itinerari locali, sentieri e percorsi alternativi alla via maestra.
Quindi le strade medioevali non erano vincolate da un tracciato unico, ma da fasci più o meno paralleli, di percorsi destinati ad offrire ai viaggiatori varie opportunità.
Nasce così “Viaggiare fra le montagne nel Medioevo”, un’escursione adatta a tutti in programma sabato prossimo, 4 luglio.
“Nel nostro viaggio riproponiamo la storia millenaria della pastorizia negli spazi delle valli di Campo Imperatore tra medioevo ed età contemporanea”, affermano gli organizzatori.
“Il suo controverso rapporto con le pratiche agricole e i brevi percorsi stagionali nei pascoli. Itinerari di greggi e di prodotti pastorali. Un grande affresco d’insieme delle comunità degli insediamenti del Gran Sasso alla continua ricerca di un equilibrio, capace di sperimentare, di innovare e di rinnovarsi”.
“Partiamo dalla località Prata, al km 8.00 della strada provinciale n. 96 che porta a Campo Imperatore – spiegano – . Dallo stesso posto dove nel 1988, Liliana Cavani decise di girare molte delle scene più importanti del suo Francesco, il film dedicato alla vita del frate santo di Assisi, con un cast di grandi attori come Miki Rourke“.
“Nel film furono inserite inquadrature realizzate sul Gran a Santo Stefano di Sessanio. Si prosegue per Forcavonna fino alla Fonte del Cane, nel territorio di Calascio e poi per la Valle dell’orsa, fino al Pozzo di Natrella, per poi giungere rapidamente nel centro storico antico di Castel del Monte”.
Per informazioni e prenotazioni si può chiamare il 335-8433720. A richiesta verrà inviata su Whatsapp il tracciato del percorso in modalità wikiloc.
A guidare saranno Lorenzo Baldi, accompagnatore di media-montagna, e Roberta Ianni, guida turistica.
Mountain Evolution contribuirà all’organizzazione con due elementi positivi quali un defibrillatore portatile e jolette, un dispositivo che permette ai diversamente abili di percorrere i sentieri di montagna.