Cultura 06 Apr 2019 16:01

DENTRO LA CHIESA DI SAN SILVESTRO, L’ANTEPRIMA DI UN TESORO CHE TORNA

DENTRO LA CHIESA DI SAN SILVESTRO, L’ANTEPRIMA DI UN TESORO CHE TORNA

L’AQUILA – Alla chiesa di San Silvestro all’Aquila, ancora non si può accedere dal portone principale, per questo entriamo da una porticina sul lato sinistro: al primo passo all’interno della chiesa, la cappella Branconio ci toglie il fiato per la sua bellezza. I colori sono vividi, le figure nette, la luce che emanano è potente. Ci si sente letteralmente avvolti.

Su questa cappella hanno lavorato principalmente i restauratori del consorzio restauro e conservazione delle opere d’arte “L’Officina” di Roma. A guidarci, nella visita in anteprima di San Silvestro, è il direttore dei lavori, l’architetto Augusto Ciciotti del Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali (subentrato nell’agosto 2017 all’architetto Marcello Marchetti).

“Il 5 aprile 2009 – racconta l’architetto a Virtù Quotidiane – ho partecipato a un matrimonio in questa chiesa, lavorarci è stato molto coinvolgente. Sono subentrato a lavori in parte avviati e quindi ho sentito una responsabilità, se possibile, anche superiore”.

La chiesa è un piccolo gioiello. La fondazione risale al XII secolo e risentì dell’influenza della famiglia Branconio che la valorizzò con opere di Francesco da Montereale, Raffello Sanzio (una volta la chiesa ospitava la “Visitazione” di Raffaello, oggi esposta al Prado di Madrid) e Giulio Cesare Bedeschini.

Per il restauro e il miglioramento sismico della chiesa, l’importo complessivo stanziato è di oltre 3 milioni e 600 mila euro.

“L’ultima parte del finanziamento è stato sbloccato in questi giorni” spiega Ciciotti. “Contiamo di concludere i lavori per fine giugno. Qui a metà luglio è previsto un matrimonio e non possiamo deludere gli sposi”.

C’è ancora da fare, ma il grosso dei lavori si è concluso. La chiesa, come tutti i monumenti che vengono restituiti alla città, risplende e regala sorprese.

DECORI ARTISTICI

Tra gli affreschi, tanti, presenti in chiesa, ne sono emersi di nuovi: nella parte alta della parete della navata destra e nella lunetta decorativo sul portale (che resta quello originale del 1529).

“Qui abbiamo affreschi che abbracciano diversi secoli – illustra il direttore dei lavori – partiamo dal ‘300 fino al ‘500 e ‘600, e abbiamo scoperto dei lacerti del ‘200”.

Per mostrare a tutti tanta bellezza, è stata già fatta richiesta al Comune per la realizzazione di una percorso di camminamento laterale, che valorizzi gli affreschi che potranno essere ammirati da vicino, senza disturbare la funzione religiosa eventualmente in corso. In particolare la splendida cappella Branconio ha avuto bisogno di intervento.

“Ci sono stati cedimenti dell’affresco – specifica l’architetto Ciciotti – tanto da aver raccolto venti cassette di frammenti, tutti quasi completamente recuperati. Una quindicina di restauratori hanno lavorato, con perizia, restituendoci grande bellezza”.

Tutti i lavori di recupero del patrimonio artistico (lavori OS2-A, così definiti in maniera tecnica) sono stati diretti dalla dottoressa Bianca Maria Colasacco della Soprintendenza unica per L’Aquila. La chiesa mostra in ogni luogo affreschi che raccontano secoli di storia e Ciciotti mostra i lacerti del’200. Si trovano nel piccolo atrio entrando da sinistra. Bisogna alzare lo sguardo, si scorge un piedino, poi altri piedi, con inconfondibili calzari del ‘200.

È emozionante guardarli, perché immaginiamo che quei piedi fossero di corpi che svetterebbero oltre il soffitto di quel luogo, raccontandoci quindi una storia sconosciuta di questa chiesa. Camminando, lungo le navate, ognuno può trovare segni che creano stupore. Se la parte artistica è di altissimo pregio, Ciciotti ci tiene a spiegare qualcosa di fondamentale, cioè quanto fatto anche in termini di sicurezza.

DANNI E AZIONI DI RECUPERO E MIGLIORAMENTO

“In questa chiesa il sisma del 2009 aveva comportato il ribaltamento della facciata che si è inclinata fuori dal piano, il corpo della facciata, nell’interazione con il campanile, aveva subito uno scuotimento anomalo. Anche nella zona absidale ci sono stati danni parziali”.

La chiesa era stata puntellata nella parte absidale, nella cappella Branconio e le colonne erano state legate. “Abbiamo realizzato una cordolatura perimetrale, armando la muratura, che corre in tutte le pareti, nella parte alta dove c’è l’appoggio delle capriate”, dettaglia l’architetto Ciciotti.

“Alle basi dei fusti delle colonne, abbiamo inserito piastre di acciaio per evitare compressioni. Nell’abside, siamo intervenuti con cerchiaggi per evitare ribaltamenti fuori piano e abbiamo inserito funi d’acciaio nei giunti di malta, tra concio e concio. Le funi sono ancorate alla muratura. Inoltre abbiamo sostituto il cemento armato del soffitto absidale con puntoni lignei e catene in acciaio”.

Anche il soffitto delle navate presentava elementi a rischio, le travi sono state adeguatamente rinnovate, per intero, con legno di castagno. Per quanto riguarda la facciata, i lavori sono andati a migliorare l’importante intervento già messo in atto, nelle prime ore del post sisma, dai vigili del fuoco, nella fase di messa in sicurezza.

“I vigili del fuoco – racconta Cicciotti – avevano realizzato uno sperone in acciaio, esternamente, sul lato sinistro della facciata. Lo abbiamo mantenuto e rivestito in pietra. Inoltre abbiamo migliorato l’ammortamento della stessa sulle murature ortogonali, sulle cordolature. Anche il campanile è stato riparato e in parte ancorato, rappresentando un punto debole della struttura”.

I lavori, commissionati dal Segretariato regionale Mibact per l’Abruzzo, sono stati realizzati dalla Gaspari Gabriele srl, che si è avvalsa della collaborazione scientifica di due dei maggiori esperti in ambito di restauro monumentale e strutturale: l’architetto Giovanni Carbonara e l’ingegnere Claudio Modena.

PROSSIMI PASSI PRIMA DELLA RIAPERTURA

C’è ancora qualcosa da mettere a punto prima della riapertura, prevista per l’estate: il livellamento del pavimento della cappella Branconio, la pulitura e la stuccatura, la creazione di un accesso per i disabili, la sistemazione degli intonaci della controfacciata. E un sogno. Intorno al 1517 Giovanni Battista Branconio, pronotario di papa Leone X, commissionò a Raffaello Sanzio una Visitazione come dono al padre Marino.

La tela venne collocata nella cappella di famiglia allestita nell’abside della navata sinistra e lì rimase fino al 1655 quando fu consegnata da papa Alessandro VII al re Filippo IV di Spagna, per pressione degli spagnoli, nonostante le proteste degli aquilani. Oggi il dipinto si trova al museo del Prado di Madrid.

“Sono in corso rapporti diplomatici nazionali con il governo Spagnolo per riavere qui Raffaello, è un sogno – dice speranzoso Ciciotti – ma ci stiamo lavorando perché possa un giorno diventare realtà”.

I DINTORNI

Di fronte alla chiesa c’è il negozio di riparazione computer e smartphone di Azzeddine, del Marocco. “Non vedo l’ora che apra – racconta – è splendida già così. Mi emoziona l’idea di poterla vedere aperta. Ho scelto di vivere a L’Aquila, l’unica cosa che spero ora, è che alla riapertura liberino un po’ di spazio da tutte queste macchine”, che ne rovinano l’incanto. Barbara Bologna

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