“UNA PURA FORMALITÀ”, IL THRILLER PSICOLOGICO DI TORNATORE GIRATO A SANTO STEFANO DI SESSANIO

L’AQUILA – Nel 1994 Giuseppe Tornatore realizza Una pura formalità, da molti considerato tra i suoi film migliori nonostante sia un’opera molto diversa dai canoni visivi e registici caratteristici del regista siciliano: si tratta infatti di un insolito esercizio di stile con riferimenti molto evidenti all’opera di autori complessi come Borges, Kafka e Bergman.
Molto sottile in questo film è il confine tra realtà e irrealtà, tra vita e morte, con un impianto narrativo molto teatrale basato su una accusa di omicidio rivolta da un misterioso commissario ad un famoso scrittore che sembra però non ricordare nulla.
L’atmosfera del racconto è rarefatta, sospesa nel mistero, ambientata in una stazione di polizia triste e lugubre, dove gli orologi non segnano il tempo e dove la pioggia sembra infiltrarsi fin troppo facilmente tra le assi del soffitto.
Le vicende narrate, liberamente ispirate ad un racconto di Ambrose Bierce, Accadde al ponte di Owl Creek, si svolgono quasi completamente nel commissariato, che fu appositamente costruito dallo scenografo Andrea Crisanti appena fuori Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), in un pianoro situato a fianco della strada provinciale 7 che va verso Calascio, ed esattamente a poche centinaia di metri dalla Chiesa di Santo Stefano fuori le mura.
Questa costruzione fece vincere al suo ideatore il David di Donatello ed è di grande importanza nel film perché è al centro di una sequenza fondamentale, quella del finale che rivela l’autentico significato della vicenda narrata fino a quel momento.
Lo stesso regista ha più volte dichiarato di essere rimasto molto legato al territorio intorno a Santo Stefano di Sessanio, nonostante oggi non sopravviva più niente delle scenografie posticce create ormai quasi venticinque anni fa: scenografie che dovettero addirittura essere realizzate e posizionate per ben due volte perché una bufera le aveva distrutte completamente proprio poche ore prima di girare.
Fu costruita solo la facciata, sostenuta da tubi innocenti, perché le scene ambientate all’interno furono realizzate in studio, a Roma: raccontano i presenti sul set che, per salutare dalla finestra durante una sequenza, l’allora giovanissimo attore pugliese Sergio Rubini fu costretto ad arrampicarsi da dietro, e a sostenersi in maniera abbastanza precaria su una specie di piccolo ballatoio.
Altre sequenze girate nei paraggi di Santo Stefano furono quella iniziale nella quale uno dei protagonisti, il grande attore francese Gerard Depardieu, corre nudo nel bosco, e quella finale nella quale, con un effetto speciale all’epoca in realtà non pienamente riuscito, il furgone con l’attore francese a bordo scompare letteralmente nel nulla, diretto verso la sua lugubre destinazione finale.
Oltre a Depardieu nel ruolo del controverso scrittore Onoff il film vanta l’eccezionale presenza di Roman Polanski in quello del furbo commissario, affiancati da un cast quasi completamente maschile che annovera anche il caratterista Tano Cimarosa e Alberto Sironi, noto ai più per essere il regista della fortunata serie tv del Commissario Montalbano.
Assai enigmatica la canzone finale Ricordare, che Gerard Depardieu canta malinconicamente con la sua voce autentica, senza doppiaggio, e che fu scritta per l’occasione da Tornatore sulla musica del grande Ennio Morricone: “Tu adesso lo sai / perché tutto ritorna anche se non vuoi / E scordare, e scordare è più difficile / Ora sai che è più difficile / Se vuoi ricominciare / Ricordare, ricordare in fondo al mare / Ricordare, quel che c’è da cancellare…”.
“Durante una pioggia torrenziale un uomo infangato ed infreddolito, fermato a un posto di blocco senza documenti, viene condotto in una fatiscente stazione di polizia dove viene interrogato da uno strano commissario: il fermato dichiara di essere il celebre scrittore Onoff e non sembra in grado di rispondere con lucidità a tutte le domande che gli vengono rivolte. Con il lento trascorrere della notte, grazie ad alcuni oggetti che gli vengono mostrati, l’uomo incomincia a ricordare particolari della sua vita e degli eventi del giorno appena trascorso, fino alla sorprendente, amara verità.”.
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Pascal Guignard
Fotografia: Blasco Giurato
Montaggio: Massimo Quaglia
Musiche: Ennio Morricone
Interpreti: Gerard Depardieu, Roman Polanski, Sergio Rubini, Tano Cimarosa, Nicola Di Pinto, Paolo Lombardi, Giovanni Morricone
*critico cinematografico
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