La spumantizzazione in Abruzzo, dal 1983 ad oggi la storia delle bollicine autoctone regionali

PESCARA – Era il 21 maggio 1983, quando per la prima volta in Abruzzo un produttore vinicolo di Giulianova (Teramo) tirava fuori il primo spumante della regione. Risale a quella data la primissima licenza dei vini spumanti naturali rilasciata dall’istituto sperimentale per la elaiotecnica di Pescara, del servizio Repressione frodi del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste.
Lo spumante era un metodo classico. Gli esperimenti iniziali proseguono su tutta la provincia di Teramo, dove da sempre in casa e per usi familiari, si spumantizzava il montonico. Con il passare del tempo, questo metodo di vinificazione si estende via via in tutta la regione, a macchia di leopardo.
Per trovare un vero punto di inizio di una spumantizzazione diretta, vale a dire senza affidarsi ai centri di spumantizzazione del nord Italia, come accadeva prima, ma dotandosi di autoclavi di proprietà per il metodo Martinotti, bisogna giungere a una ventina di anni fa.
Nel 2009 alcune grandi cooperative insieme al Crivea, il consorzio di ricerca viticola ed enologica abruzzese, cominciano a lavorare sui primi progetti di spumantizzazione diretta, utilizzando vitigni autoctoni e in autoclavi del posto, non più nei centri di spumantizzazione del nord Italia.
I vitigni privilegiati sono sempre stato la cococciola e il montonico, dotati di una certa acidità. Il montonico era risultato molto idoneo, tanto che ancora prima, circa 15 anni fa con l’Arsa (l’agenzia regionale di sviluppo agricolo) a Bisenti (Teramo) fu prodotto il Cerbis, il primo spumante fatto in Abruzzo con questo vitigno.
Oggi i vitigni autoctoni abruzzesi vengono utilizzati a 360 gradi per la spumantizzazione: dal pecorino alla passerina, e arrivando alle uve di montepulciano per una versione anche rosé. E gli spumanti abruzzesi sono sempre più diffusi e ricercati.
Non è un caso che il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha deciso di dotare la regione del marchio collettivo Trabocco, un brand per valorizzare tutti gli spumanti abruzzesi prodotto con metodo italiano a base di uve trebbiano, pecorino, passerina, montonico, cococciola e montepulciano, bianchi o rosé.
Attività realizzata con il contributo del Masaf, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022 (cfr. par. 3.3 dell’allegato D al d.d. 302355 del 7 luglio 2022)
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