Puglia, autoctoni e cuore che batte per il vino. Giovanni Aiello festeggia i suoi primi dieci anni come “enologo per amore”
di Serena Leo

PUTIGNANO – Tutto è iniziato da un garage e da un sogno: portare la Puglia di qualità in tavola. Così l’enologo Giovanni Aiello sceglie di tornare a casa e osare con le varietà autoctone Primitivo e Verdeca. Dieci anni in cui gli insuccessi hanno fatto scuola, diventando dei successi che l’hanno reso uno dei piccoli produttori pronti a raccontare un corso contemporaneo del vino.
Sopravvissuto all’inflazionata moda del vino naturale in Puglia, Aiello si è sempre chiamato fuori dagli estremismi con gentilezza ed eleganza, e a due passi dalla Valle d’Itria ha imparato a raccontare la propria terra prima dei suoi vini, facendo in modo che ogni parola spesa potesse essere ritrovata al calice. A lui abbiamo chiesto cosa è cambiato in questi dieci anni e se è ancora innamorato del suo lavoro.
“Fare vino è un atto d’amore, certo. Questo è il senso che ho voluto dare alle mie etichette chiamate Chakra. Qui dentro racchiudo l’energia delle piante e della terra che, anche a distanza di anni, raccontano una storia in evoluzione assieme al vino”.
Tutto inizia da un rosato da Primitivo, a volte considerato solo un completamento di gamma in regione, ma per Giovanni è stato l’inizio di un’avventura vincente.
Giovanni sapeva che il suo futuro sarebbe stato scritto nella terra sin da quando aveva 13 anni e per questo si iscrive all’istituto di Conegliano Veneto, consegue una laurea in enologia e inizia a girare il mondo. Australia, l’Italia più internazionale possibile con un’esperienza da Antinori e Feudi di San Gregorio. Tutti passaggi che l’hanno portato a maturare una personale idea di vino.
“Ho iniziato lavorando il Primitivo realizzando un rosato in garage secondo il mio metodo artigianale. Diciamocela tutta, l’idea del rosato è più veloce ma non semplice, non va inteso come un prodotto di seconda scelta, però resta immediato. Io volevo dare un nuovo corso al rosato”, dice.
E così è stato. Un prodotto franco, semplice, ma che arriva dritto al punto quello di Aiello e che apre a nuovi scenari al prodotto di qualità.
Era il 2015 quando alla prima bottiglia di rosato e poi di Primitivo rosso con il grappolo intero inserito in fermentazione, si è affiancata l’idea della Verdeca, varietà autoctona bianca dalle grandissime potenzialità e di cui, ancora oggi, se ne trova davvero molto poco in Puglia: “Ho iniziato a pensare a un prodotto audace, innovativo per l’epoca e di cui se ne faceva molto poco, un ancestrale. Non è stato immediatamente un successo, infatti la prima annata l’abbiamo bevuta quasi tutti noi addetti ai lavori, ma ci ho creduto. Uno spumante all’antica da Verdeca, il famoso Chakra Blu, oggi simbolo della mia produzione e da 600 bottiglie vendute a fatica nel 2016, oggi va sold out subito. Posso dire che 10 anni fa era un prodotto forse moderno e che, ancora oggi, lo è”.
Un cammino in salita quello di Giovanni, che oggi vede concretizzare il percorso da produttore con un luogo in cui far degustare i propri vini e far toccare con mano la pietra bianca che caratterizza il Canale di Pirro e la Valle d’Itria.
“Tutta questa freschezza della nostra pietra arriva nei vini, con sapidità e autenticità. Questa è l’immagine di un vino contemporaneo che vendemmia dopo vendemmia cambia, mentre lo stile del vignaiolo resta sempre lo stesso. Bisogna saper stare attenti però, a ciò che succede fuori e non arroccarsi sulla tradizione. Serve visione, capire cosa cambia e come anticipare le tendenze. A tutti piace ancorarsi al passato, ma fortunatamente alcune cose che si facevano allora oggi non sono ammesse”.
In dieci anni dal garage Giovanni è passato in cantina nel pieno della bella campagna pugliese, in cui ogni angolo si parla di vino. I prodotti hanno sorpassato i confini regionali e sono venduti in tutta Italia come una nicchia, ma anche all’estero. Belgio, Olanda, Danimarca, sono solo alcuni dei paesi che si stanno affacciando alla cultura de vitigno autoctono.
“All’estero bisogna osare e se il produttore crea, l’importatore deve saper trasmettere la passione per vendere. In Italia abbiamo una lunghissima tradizione da vendere e che gioca a nostro favore, ma dobbiamo saper guardare oltre, uscire fuori dal campanilismo ed essere sempre sul pezzo, spiegando perché bere una varietà sconosciuta può essere un plus rispetto ai grandi classici internazionali”.
Dieci anni di “enologo per amore” significa anche festeggiamenti, eventi dedicati in cantina per l’estate, comprese etichette celebrative.
“Per festeggiare questo primo traguardo ho scelto di dedicare tre etichette a tre visioni diverse tra Verdeca e Primitivo. Saranno dei veri e propri giochi tra cui uno con i legni per una Verdeca ispirata alla tecnica chablisienne, poi un Primitivo della roccia fresco e croccantino. Saranno etichette a tiratura limitata che chiamerò proprio I Giochi”.
Una dimostrazione questa, di come Giovanni Aiello sia coraggioso e pronto per affrontare ancora altre avventure credendo nel sogno di voler fare vino d’avanguardia senza mai prendersi troppo sul serio.
Sostieni Virtù Quotidiane
Puoi sostenere l'informazione indipendente del nostro giornale donando un contributo libero.
Cliccando su "Donazione" sosterrai gli articoli, gli approfondimenti e le inchieste dei giornalisti e delle giornaliste di Virtù Quotidiane, aiutandoci a raccontare tutti i giorni il territorio e le persone che lo abitano.