WE ARE D’ABRUZZO, A MILANO UNA FINESTRA SUL TREBBIANO E GLI AUTOCTONI REGIONALI

MILANO – “We are d’Abruzzo: vini e territori diversi, un’unica e importante regione vitivinicola”. Questo il titolo dell’appuntamento che ha animato il pomeriggio di ieri nella sala Giardino del Westin Palace Hotel, in Piazza della Repubblica a Milano.
L’evento, promosso dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo in partenariato con l’Associazione italiana sommelier di Milano, ha rappresentato un’importante occasione di incontro e di promozione alla scoperta dei vitigni autoctoni abruzzesi.
“Dopo le numerose presenze già registrate nel 2018 – ha detto il presidente del Consorzio Valentino Di Campli – siamo a Milano per il secondo anno consecutivo, molto soddisfatti del nostro progetto e di questo partenariato con l’Ais. Questo evento è un importante momento di incontro con la stampa, i professionisti del settore, i consumatori, gli opinion leader e gli appassionati”.
L’appuntamento ha preso il via alle 15,30, con un banco d’assaggio costituito da 43 cantine d’Abruzzo, ed è poi proseguito con il seminario “Trebbiano d’Abruzzo, un grande bianco italiano” tenuto da Davide Gilioli, sommelier, relatore per le guide Vitae e Viniplus e docente Ais.
“La scelta di organizzare un focus specifico sul Trebbiano – ha detto Davide Acerra, ufficio stampa del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – è dovuta a molti fattori: essenzialmente il trebbiano è il vitigno a bacca bianca più diffuso in Italia ma è anche vero che in Abruzzo questo vitigno ha trovato il suo habitat d’eccellenza, sia per la caratteristiche del terreno sia per la vicinanza al mare”.
“Negli ultimi anni, non solo le storiche cantine abruzzesi ma anche quelle più giovani e innovative sono tornate a credere nelle potenzialità di questo vitigno e il mercato sta dando loro ragione”, ha aggiunto.
Lo stesso Gilioli, nel corso della masterclass, durante la quale sono stati degustati 8 vini trebbiano, ha ricordato la ricchezza e l’eterogeneità del terroir abruzzese che, secondo l’esperto, deve ancora rivelare tutte le sue potenzialità e ha sottolineato l’ importanza del trebbiano nell’antica tradizione vitivinicola regionale.
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