Personaggi 24 Ott 2023 19:28

Vita lenta in Abruzzo a contatto con la terra, il sogno (al contrario) di un italiano in America

Vita lenta in Abruzzo a contatto con la terra, il sogno (al contrario) di un italiano in America

NOTARESCO – Se c’è chi sceglie di vivere il sogno americano, rincorrendo grandi metropoli moderne, c’è anche chi opta per il percorso inverso, alla ricerca di una vita lenta tra borghi autentici e paesaggi naturali. È quello che sta per fare Andrea Zarattini. Originario di Bologna, ingegnere, da 25 anni a San Diego in California, Andrea negli anni ’90 si è ritrovato per lavoro in Abruzzo. Questa terra lo ha letteralmente folgorato, tanto che nonostante il suo trasferimento in America nel 1999, ha continuato a tornare a Notaresco (Teramo) dove aveva creato una piccola azienda agricola, Lotario.

“Sono originario di Bologna”, racconta a Virtù Quotidiane l’ingegnere civile, “e conobbi l’Abruzzo nel 1990, quando Alberto Masotti, presidente e maggior azionista del Gruppo La Perla – azienda bolognese per la quale lavoravo dal 1988 – mi propose di andare in Abruzzo ed avviare una struttura produttiva a Santa Lucia di Roseto degli Abruzzi. Dopo un inizio un po’ tormentato, mi sono innamorato del territorio e soprattutto della scarsa densità abitativa e del potenziale che la regione aveva. Ci sono rimasto fino al 1999 per poi trasferirmi in California, dove avevo già vissuto un anno nel 1987, come studente”.

Nella sua permanenza in Abruzzo, Andrea, che è sposato da 23 anni con Lori, e ha due figli, Alisa di 22 anni e Alessandro di 20, ha acquistato un terreno agricolo con un piccolo uliveto secolare di 147 piante.

“La mia grande passione è quella dell’olio extravergine e così ho cominciato a dedicarmi alle mie piante di olivo, avviando una produzione sotto il marchio Lotario, brand che ho abbinato a un logo per ricordare le origini di Notaresco un tempo conosciuto come Lotaresco, in quanto sede di un castello voluto da Lotario (re d’Italia tra l’822 e l’850, ndc) e il cui nome sembra indicare il paese come città dei notai. Ho esportato il mio olio negli Usa e insieme al frantoio Montecchia ho partecipato a diverse competizioni”.

Per Zarattini, l’Abruzzo rappresenta l’occasione di cambiare vita, “di abbandonare i ritmi frenetici degli Stati uniti e tornare a un modello di vita più umano”, rivela. “Il mio progetto, da aprile 2024, quando andrò in pensione, è di venire in Abruzzo e stabilirmi qui. Ho acquistato altre 127 piante di ulivo, soprattutto di Tortiglione. Sono stanco del traffico e dello stress e ho bisogno di rigenerare me stesso”.

Per farlo questo ingegnere appassionato di Abruzzo, e che da quando è arrivato in California è sempre stato stato attivo nell’istituto di Cultura Italiana, prima come membro del consiglio di amministrazione, poi come vicepresidente e dal 2017 al 2022 come presidente, promuovendo sempre l’Abruzzo dal punto di vista culturale ed enogastronomico, ha scelto di “rigenerare la terra”.

“Vorrei fare un paio di anni di sovescio, per poi fare una conversione in biologico e utilizzare il principio dell’agricoltura rigenerativa, concetto nato in Pennsylvania agli inizi del 1980 per contrastare l’uso di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici, ridando vita al terreno. Insomma, se la salute mi sosterrà vorrei creare un piccolo ‘parco giochi personale’ nel quale poter sperimentare e divertirmi con prodotti tipici abruzzesi. Se l’amico Adriano De Ascentiis me lo consentirà, vorrei diventare anche uno dei custodi del progetto di recupero della Gallina nera Atriana. Inoltre sono in contatto con un veterinario di Teramo, per il recupero della capra teramana. Vorrei cercare di custodire animali che stanno scomparendo e contribuire nel mio piccolo alla non perdita di queste razze. La stessa cosa farò, tramite Cristiano Del Toro con semi antichi di legumi, di ortaggi, di pomodori e di frutta”.

Il grande obiettivo per Zarattini è dare vita ad “una piccolissima struttura agrituristica con servizio di B&B, così da far conoscere agli americani l’Abruzzo, una terra speciale, capace di regalare attraverso i suoi borghi e i suoi paesaggi emozioni uniche. Penso che la tecnologia ci sta portando verso uno stile di vita che non sento mio e io vorrei tornare indietro”.

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