Cronaca 07 Mag 2020 16:05

ORTI E CACCIA, ALLEVATORI DEL COSPA CONTRO LA REGIONE

ORTI E CACCIA, ALLEVATORI DEL COSPA CONTRO LA REGIONE

OFENA – “Fanno ridere le ordinanze della Regione Abruzzo, in particolare la numero 37 e la numero 57, la prima parla di manutenzione degli orti, un modo singolare per piantare i pomodori infatti dopo qualche giorno è stata modificata, la seconda prevede la raccolta dei funghi e la caccia di selezione nella provincia di residenza. Si dà il caso che molti cacciatori si trovano ai confini delle province e magari hanno la zona di caccia diversa da quella in cui risiedono”.

Così in una nota Dino Rossi, portavoce del Comitato spontaneo degli allevatori Cospa.

“È bene fare una premessa per chiarire un po’ le idee ai nostri politicanti: il virus non si raccoglie insieme ai funghi e tantomeno i cinghiali infettano i cacciatori! La passeggiata all’aria aperta è vietata, ma fare la fila davanti ai supermercati con persone che indossano la mascherina sotto il mento è tutto lecito”, aggiunge Rossi.

“Forse non si è voluto capire che il vero pericolo sono gli ospedali, in quanto gli operatori del settore non hanno le protezioni adatte diventando veri e propri vettori del virus. Sono stati i medici e gli infermieri ad infettare la popolazione grazie alla malasanità – continua – . Infermieri e medici in trincea senza potersi difendere a volte ignari di quello che stava accadendo nella nostra nazione e nella nostra regione”.

“Inutile dire tutti a casa, quando poi torna tuo marito o tua moglie infetto da Covid perché è stato a contatto con i pazienti malati! Gli infermieri con stipendi da fame e manager premiati per aver fatto quadrare il bilancio tagliando le spese, facendo a meno della strumentazione e delle protezioni necessarie”, prosegue Rossi.

“Le mascherine fino alla scorsa settimana venivano riutilizzate, ma se qualcuno portava delle mascherine non a norma veniva denunciato e quando hanno iniziato a distribuire quelle della protezione civile, le farmacie degli ospedali le distribuivano con il contagocce. Mentre tutto questo accade negli ospedali, al di fuori accadeva di tutto! Le forze dell’ordine, i postini, i corrieri, gli operatori del settore alimentare, tutte queste persone hanno lavorato senza aver fatto un tampone”.

“Trovo davvero strano tutto questo, perché le Asl per la prevenzione hanno salassato di multe le aziende che non avevano rispettato le norme di sicurezza ma non sono intervenute negli ospedali?”.

“Poi arriva la nostra categoria, quella agricola, per Giuseppe Conte noi possiamo anche morire, non siamo stati inseriti nemmeno del decreto del Consiglio dei ministri e non si sa come mai dovevamo fare anche un’autodichiarazione per lo spostamento, un’autodichiarazione scritta dal governo e non di proprio pugno. A noi agricoltori ci daranno 600 euro”, conclude Rossi, “se mettiamo in moto il trattore non lo possiamo usare per lavorare altrimenti finisce il gasolio. I nostri agnelli, il nostro latte sotto pagati durante l’emergenza non sono stati nemmeno venduti. Costringono i cittadini a rimanere a casa semplicemente perché gli ospedali non possono affrontare l’emergenza e a stento vanno avanti con le donazioni. Basta con gli arresti domiciliari!”.


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