Con un progetto di zonazione arriva il manuale d’uso del Villamagna Doc
VILLAMAGNA – Si chiama “Vinifera Vinum Villamagna” ed è il progetto di zonazione promosso dalla cantina Villamagna, in collaborazione con l’università degli studi di Milano. I risultati dell’iniziativa voluta, come ha spiegato a Virtù Quotidiane il vicepresidente della cantina sociale Carmine Giandomenico, per “valorizzare la Villamagna Doc”, sono stati illustrati nell’auditorium nella ex chiesa di San Francesco a Villamagna (Chieti), dal presidente della cantina, Franco Ferrara, e dagli studiosi autori della ricerca.
“L’università di Milano ha studiato come il nostro territorio risponde alla coltivazione della vite, tirando fuori un manuale che sarà usato per migliorare la produzione del vino”, ha spiegato il vicepresidente.
A capo del team di ricercatori il professor Lucio Brancadoro, docente nel dipartimento di Scienze Agrarie e ambientali dell’università di Milano, che ha ricordato come i progetti di zonazione in ambito vinicolo si facciano da anni, ma “quello di Villamagna è molto innovativo perché attraverso l’uso di dati satellitari ha fatto una ricerca capillare, evidenziando la vocazionalità di questo territorio per la produzione di un vino dalla grande longevità”.
Con l’obiettivo di studiare le relazioni tra il vitigno Montepulciano e i diversi ambienti che compongono l’area della Doc Villamagna, il progetto rientra nell’ambito della Misura 16.1 del Programma di sviluppo rurale Abruzzo 2014-2022, finanziato dalla Regione Abruzzo, presente all’evento con il vicepresidente con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente e il dirigente Francesco Di Filippo.
“Questo progetto rientra nella strategia dei Pei, i progetti innovativi”, ha spiegato Imprudente. “Villamagna ha scelto la zonazione per caratterizzare in maniera chiara e definita questo territorio”.
Attraverso analisi dettagliate delle caratteristiche climatiche, pedologiche e agronomiche del territorio, sono state individuate le migliori pratiche di coltivazione per esaltare l’identità e la qualità dei vini della denominazione.
Lo studio di Zonazione ha consentito di raccogliere e sistematizzare informazioni scientifiche fondamentali per ottimizzare la gestione dei vigneti, migliorare la qualità delle produzioni e aumentare il valore percepito del Villamagna Doc sui mercati nazionali e internazionali. I risultati del progetto sono stati raccolti in un Manuale d’Uso del Territorio, destinato ai produttori e ai tecnici del settore, con linee guida specifiche per ciascuna unità pedo-paesaggistica individuata, “un punto di inizio”, ha ricordato l’enologo Riccardo Brighigna “per tutti i produttori del territorio. Il lavoro su come vogliamo interpretare questo manuale ora spetta a noi. Conosciamo suolo, variabili climatiche e abbiamo tutti gli strumenti per fare le scelte migliori, dall’impianto alla conduzione del vigneto, per migliorare a 360 gradi. Ora dobbiamo costruire su questa zonazione il futuro dei nostri vini ancora più forte e ancora più identitario”.
Da questo progetto “parte una nuova sfida che raccogliamo”, ha evidenziato il produttore Federico De Cerchio, tra i membri dell’associazione Villamagna Doc, nata proprio per valorizzare la produzione vinicola di questa Doc, tra le più piccole d’Italia e d’Europa. “Per noi avere questa mappatura significa raccontare al consumatore quanto può essere variegato il nostro piccolo territorio”.
La zonazione, ma su base regionale, è stata al centro anche di un progetto condotto dal Consorzio Tutela vini d’Abruzzo, Ado Abruzzo, come ha ricordato il presidente Alessandro Nicodemi. “Un lavoro capillare, basato sul sistema Enogis, fatto su tutto il territorio regionale, basandoci sulle 4 doc di riferimento. Un progetto pilota, primo in Italia”.
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