CETA, IL PECORINO AMATRICIANO TRA LE 247 DENOMINAZIONI A RISCHIO

AMATRICE – “Il processo di lavorazione a latte crudo, quello più antico, valorizza il prodotto e riporta tutte le varietà florovivaistiche del pascolo, l’eventuale approvazione del Ceta annienterebbe tutto questo processo”.
Lo denuncia Rinaldo D’Alessio, presidente del Consorzio per la tutela e la valorizzazione del pecorino Amatriciano, nato nel 2014 dall’unione di quindici aziende agricole dei monti della Laga, con lo scopo di ottenere la Denominazione di origine protetta (Dop).
“Il disciplinare sottoscritto – spiega D’Alessio – prevede di legare in maniera diretta e proporzionale il prezzo del formaggio a quello del latte, novità assoluta che mira ad incentivare tutti gli attori del Consorzio anche i meri conferitori di latte”.
“Il prezzo del latte tiene conto di qualità calcolata in tenore di grassi e di proteine e carica batterica”.
“Dopo i tragici eventi tellurici e la straordinaria ondata di maltempo, le aziende agricole del centro Italia vivono un momento molto difficile – ricorda D’Alessio – le lungaggini burocratiche del post sisma, le inadeguate risposte delle istituzioni, sono elementi che combinandosi con l’approvazione di accordi economici come il Ceta, che va a tutelare solamente 41 delle 288 denominazioni di origine italiane, causeranno lo spopolamento del nostro territorio”.
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