Cronaca 25 Feb 2023 19:10

ETICHETTE SUL VINO, L’ESPERTO: ALCOL CANCEROGENO MA NEL CASO DEL VINO CONTA LA QUANTITÀ

ETICHETTE SUL VINO, L’ESPERTO: ALCOL CANCEROGENO MA NEL CASO DEL VINO CONTA LA QUANTITÀ

PESCARA – Continua a suscitare critiche il via libera dato dall’Unione Europea all’Irlanda all’apposizione di un’etichetta sulle bottiglie di vino riportanti avvertenza come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. Italia, Francia, Spagna e altri sei Stati Ue avevano dato pareri contrari, e negli ultimi giorni la polemica è tornata alle stelle dopo le affermazioni della scienziata Antonella Viola, che ha definito “giustissima” la scelta di equiparare alcol e sigarette e di inserire sull’etichetta delle bevande alcoliche avvertimenti sui danni alla salute.

Non si sbilancia, al contrario, Antonello Paparella, professore di Microbiologia degli alimenti nel dipartimento di Bioscienze e Tecnologie Agroalimentari e Ambientali dell’Università di Teramo, ed esperto in sicurezza alimentare, secondo cui sull’opportunità o meno di paragonare alcol e sigarette, debbano “esprimersi le autorità sanitarie” e per il quale vanno fatti opportuni distinguo.

“Occorre che ci sia una valutazione attenta – afferma a Virtù Quotidiane – . Se la letteratura scientifica da un lato ha documentato gli effetti positivi sulla salute per via della presenza di composti antiossidanti naturali nel vino rosso, d’altro canto è anche vero che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) da tempo ha inserito l’alcol come agente cancerogeno di tipo 1, cioè più grave. Inoltre, l’alcol agisce sulle funzioni psichiche, è associato a numerose malattie ed è il terzo fattore di rischio per i decessi in Europa, dopo tabacco e ipertensione”.

Secondo l’esperto, va fatta una valutazione bilanciata degli effetti nocivi e benefici di queste sostanze. Quello che fa realmente la differenza per Paparella, “è che nell’alimentazione, ciò che fa il veleno è la quantità. Il consumo smodato di alcol non fa sicuramente bene alla salute. Per altri agenti cancerogeni che sono nella lista dello Iarc, ad esempio il fumo di sigaretta, non potremmo mai dire che una modica quantità faccia bene. Nel caso del vino, che non è solo alcol ma contiene anche sostanze che possono incidere positivamente sulla salute, occorre porsi il problema della quantità, ma definire la quantità corretta compete alle autorità sanitarie”.

Secondo Paparella, il tema è anche di portata sociale. “Questa esigenza di mettere queste indicazioni sulle etichette nasce in un contesto geografico, l’Irlanda, dove i consumi di alcolici, sono in media più alti di quelli registrati in Italia, cioè 10.91 litri di alcol puro pro capite all’anno, contro 7.65 litri in Italia (dati Oms). È evidente che quando il consumo di alcol diventa problema sociale, e causa conseguenze in termini di pubblica sicurezza, allora può essere necessario adottare misure draconiane”.


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