TRENT’ANNI DOPO “FRANCESCO” DELLA CAVANI, IL COSTUME DI MICKEY ROURKE TORNA ALL’AQUILA PER MONOLOGO SU CELESTINO V

L’AQUILA – Metti una sera romana di fine estate a Castel Sant’Angelo, a pochi giorni dal debutto del monologo teatrale su Celestino V a cui sto lavorando insieme a Ugo e Roberto Capezzali, con alcuni problemi ancora da risolvere e un costume di scena che ancora non ci convince… mettici anche un simpatico gruppo di romani con cui prendere una birra insieme, finché una di loro ci dice candidamente “ragazzi, guardate che io sono costumista, ho lavorato al film Francesco della Cavani, ve lo presto io il costume, è uno di quelli originali usati da Mickey Rourke, non è nemmeno stato lavato…”.
È iniziato così questo fortunato gioco del destino che ci ha fatto conoscere persone fantastiche e ci ha portato in prestito uno splendido vestito: una coincidenza che riporta la memoria direttamente a quei fantastici anni Ottanta, quando a L’Aquila venivano a girare Richard Gere, Arnold Schwarzenegger, Peter Fonda, Mickey Rourke, appunto, e tanti altri.
Siamo nel 1988, a quindici anni di distanza da Milarepa Liliana Cavani decise di tornare nell’Abruzzo aquilano per girare molte delle scene più importanti del suo Francesco, il film dedicato alla vita del frate santo di Assisi con un cast di grandi attori internazionali come Helena Bonham Carter, Andrea Ferreol, Mario Adorf e soprattutto Rourke, all’epoca star di prima grandezza per aver interpretato Nove settimane e mezzo e Angel Heart.
La scelta di Rourke per interpretare Francesco suscitò molte polemiche, soprattutto da parte di chi riteneva il suo volto e la sua recitazione troppo tenebrose e quindi non adatte per impersonificare un fraticello, ma Liliana Cavani si difese dicendo che proprio quello sguardo fiero e tormentato erano invece perfetti.
Se è vero che la vita reale del fraticello si consumò soprattutto ad Assisi e nei boschi dell’Umbria, tuttavia il territorio abruzzese si rivelò ancora una volta perfetto per le location, offrendo una varietà incredibile di luoghi e colori naturali assolutamente adatti a raccontare quel determinato periodo storico.
Nel film furono inserite inquadrature realizzate sul Gran Sasso, a Santo Stefano di Sessanio, ancora con la sua bellissima torre, riconoscibile in alcune inquadrature riguardanti un uomo impiccato, a Bominaco, con l’interno del meraviglioso Oratorio di San Pellegrino.
Una delle sene più significative, rivelatrici del carattere impulsivo e sanguigno del frate, a dispetto di una storiografia che a volte lo ha invece dipinto come mite, fu realizzata nei pressi di Bominaco, nella solitaria e splendida chiesa di Santa Maria de’ Centurelli, e mostra Francesco sul tetto, mentre getta in basso le tegole della costruzione: la scena è fortemente simbolica e vuole rappresentare il desiderio di ricerca assoluta povertà materiale, di chi arriva addirittura a rinunciare alla propria abitazione, che da sempre rappresenta il nido, la sicurezza.
Ed oggi il costume di scena del film ricollega fortuitamente due fraticelli, due santi come Francesco e Celestino.
Se siete incuriositi L’uomo di paglia, con la regia di Ugo Capezzali, i testi di Roberto Capezzali e le musiche di chi scrive è attualmente in programmazione a L’Aquila, il 3 ottobre alle ore 19 e il 7 ottobre alle ore 17,30 presso la Casa delle arti in Via Ficara.
“Dopo la morte di Francesco di Assisi, i suoi seguaci più fedeli, Chiara, Leone, Bernardo, Angelo e altri si riuniscono per ricordare gli episodi e i momenti salienti della vita di quell’essere straordinario, in grado di sconvolgere per sempre le loro vite e di rivoluzionare la Chiesa e il pensiero del tempo…”.
Regia: Liliana Cavani
Sceneggiatura: Roberta Mazzoni, Liliana Cavani
Fotografia: Ennio Guarnieri, Giuseppe Lanci
Montaggio: Gabriella Cristiani
Musiche: Vangelis
Origine: Italia, colore, 158 min. 1989
Interpreti: Mickey Rourke, Helena Bonham Carter, Fabio Bussotti, Mario Adorf, Paolo Bonacelli, Andrea Ferreol, Paco Reconti
*critico cinematografico
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