Cantine e vini 12 Ott 2023 16:17

Etichettatura, in Regione Abruzzo l’audizione del Consorzio vini: “Difendere il Montepulciano”

Etichettatura, in Regione Abruzzo l’audizione del Consorzio vini: “Difendere il Montepulciano”

L’AQUILA – La difesa della denominazione Montepulciano finisce al centro di una seduta della commissione Agricoltura, Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Abruzzo.

Stamattina l’organismo presieduto da Emiliano Di Matteo ha visto l’audizione di Nicola Dragani, presidente del comitato tecnico del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo e Giuseppe Cavaliere dell’ufficio tecnico, alla presenza del vicepresidente della giunta regionale con delega all’Agricoltura Emanuele Imprudente (il presidente del Consorzio Alessandro Nicodemi è in missione in Canada).

La seduta è stata l’occasione per ribadire la necessità di “tutelare nelle sedi istituzionali”, spiega a Virtù Quotidiane Dragani, “e nei tavoli verdi nazionali la difesa del Montepulciano d’Abruzzo Doc”.

La necessità arriva dal cosiddetto Dm Etichettatura, ed in particolare dall’articolo 16 che introdurrebbe una liberalizzazione dell’uso dei vitigni in etichetta, senza alcuna eccezione.

L’obiettivo dei produttori abruzzesi è di ottenere il mantenimento del nome “Montepulciano” per i soli vini provenienti dalle Doc della regione Abruzzo. Per le denominazioni di altre regioni, al Masaf è stato richiesto il reinserimento del sinonimo “cordisco” per indicare il vitigno “montepulciano” nel Registro Nazionale Varietà delle Viti, già presente nel 1988 e poi scomparso nella trasformazione dello stesso da cartaceo ad informatico.

“È vero che le leggi vanno aggiornate, ma gli aggiornamenti non possono far tornare indietro e perdere conquiste ormai certificate”, avvisa Dragani. “Abbiamo combattuto con la Toscana per garantire la tutela della nostra denominazione, ora non possiamo tornare indietro. Immaginiamo cosa accadrebbe se trovassimo su uno stesso scaffale un Montepulciano d’Abruzzo doc, al fianco di un Igt delle Marche o siciliano. Mi sembra che questo decreto vanifichi tutti gli investimenti fatti sulla denominazione e cancelli tutto quello che si è fatto in 50 anni e non possiamo permettercelo”.

L’idea di utilizzare il termine cordisco non è però piaciuta alle regioni limitrofe che hanno obiettato evidenziando la scarsa notorietà del termine. Una replica che non è andata giù al presidente Nicodemi che ha definito questa obiezione priva di “fondamento giuridico, se la norma prevede l’utilizzo anche di un sinonimo, non può essere la non conoscenza dell’interlocutore a decretarne la non ammissibilità”.


Sostieni Virtù Quotidiane

Puoi sostenere l'informazione indipendente del nostro giornale donando un contributo libero.
Cliccando su "Donazione" sosterrai gli articoli, gli approfondimenti e le inchieste dei giornalisti e delle giornaliste di Virtù Quotidiane, aiutandoci a raccontare tutti i giorni il territorio e le persone che lo abitano.