Cronaca 20 Gen 2022 18:59

PESTE SUINA AFRICANA: ABRUZZO SALVO, PER ORA, DALLA PANDEMIA DI MAIALI E CINGHIALI

PESTE SUINA AFRICANA: ABRUZZO SALVO, PER ORA, DALLA PANDEMIA DI MAIALI E CINGHIALI

FARINDOLA – Con la scottatura causata da due anni di pandemia da coronavirus, il contagio di peste suina africana fa paura. A tremare sono gli allevamenti suini di tutta Italia per questa epidemia parallela, esplosa da alcune settimane in diverse regioni del nord, Piemonte e Liguria in testa. Il virus colpisce maiali e cinghiali. Proprio in questi ultimi selvatici trova il veicolo più veloce per viaggiare. E ora l’Italia deve correre ai ripari.

“Fortunatamente per il momento nella nostra regione non si sono presentati casi – rassicura Pietropaolo Martinelli (nella foto sotto), produttore di Farindola (Pescara) e presidente di Ara, associazione regionale allevatori – . La peste suina africana è stata individuata in alcune regioni del nord Italia e si sta cercando di circoscriverla per far sì che non si diffonda nel resto del Paese. Finora qui stiamo tranquilli. Speriamo che venga arginata sul nascere”.

Pur se non trasmissibile all’uomo, bisogna fare di tutto per tenere questa malattia lontano dagli allevamenti.

“Se arrivasse ad attaccare gli allevamenti di maiali – commenta Martinelli a Virtù Quotidiane – sarebbe un problema molto serio per l’economia zootecnica di quel settore, già tanto vessata per svariate vicissitudini. Se la malattia entrasse all’interno di una stalla, la normativa obbligherebbe ad abbattere tutti i capi, compresi quelli che non l’hanno contratta. È chiaro che diventerebbe un problema molto grave da un punto di vista sanitario per gli animali, ma anche da un punto di vista economico. L’allevatore vedrebbe la stalla abbattuta nella sua totalità, con gli animali da smaltire”.

Un danno economico “fuori dal normale – ribadisce il presidente regionale – . Ecco perché c’è questa forte preoccupazione soprattutto economica. Sono anni che stiamo facendo pressioni al governo sia come Coldiretti che come Ara, atte a contenere il diffondersi di fauna selvatica”.

In cima alla lista i cinghiali che, oltre a rappresentare la causa di tanti incidenti stradali, rischi per i campi, sono anche i portatori di questa malattia.

“In Italia si registrano più di 2 milioni di cinghiali, numeri da capogiro – evidenzia-. I governi degli ultimi 30 anni che si sono succeduti non si sono dimostrati sensibili a questo argomento e ne ora stiamo pagando le conseguenze”.


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