ABRUZZO WINE TASTING: CERASUOLO E TREBBIANO, IL FUTURO DEI VINI ABRUZZESI
TORINO DI SANGRO – La varietà dei vitigni abruzzesi è vasta e interessante. Il futuro del settore vinicolo regionale ha di fronte a sé tante strade diverse tra percorsi tradizionali o direzioni più innovative. Nella splendida cornice di Villa Estea a Torino di Sangro, affacciata sulla Costa dei Trabocchi, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha organizzato un Grand Tasting per presentare le ultime annate delle denominazioni tutelate.
Tra Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino, Cerasuolo d’Abruzzo e Montepulciano d’Abruzzo, oltre 70 cantine hanno portato più di 200 etichette all’assaggio di circa 50 esperti del settore.
Tra loro, Pierluigi Cocchini, responsabile per l’Abruzzo della guida Slow Wine che ha tracciato per Virtù Quotidiane una panoramica sulle cantine regionali, nella delicata fase della ripartenza dopo la pandemia. Il Cerasuolo d’Abruzzo, principe della viticoltura regionale, si racconta nelle sue molteplici sfaccettature tra declinazioni più tradizionali e uno sguardo più modaiolo che guarda alle sfumature tenui dei rosati provenzali.
Il giornalista enogastronomico Giorgio D’Orazio punta l’attenzione sul Trebbiano d’Abruzzo. Spesso vittima di una ingiusta cattiva reputazione, questa tipologia di vino, per l’esperto, dovrebbe giocare un ruolo ancora più centrale nella viticoltura regionale. A pochi anni dalla celebrazione dei 50 anni della denominazione del Montepulciano d’Abruzzo (nel 2018), nel 2022 anche il Trebbiano d’Abruzzo raggiungerà il medesimo traguardo. Occasione per il giornalista di una nuova pubblicazione incentrata su radici e futuro della seconda storica doc abruzzese.
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