Cataldi Madonna, un secolo di storia nel forno d’Abruzzo: la Valle del Tirino da scoprire attraverso il vino
OFENA – La storia inizia con il barone Luigi Cataldi Madonna nel 1920, che produceva vino, olio, mandorle e zafferano, nel 1975 una svolta con il primo imbottigliamento, grazie al figlio Antonio, architetto che si specializza nel vino. Sarà Luigi, per tutti “il professore”, a condurre l’azienda ai livelli in cui è oggi, portandola fuori dai confini locali e ad una produzione che si attesta attorno alle 230mila bottiglie.
L’azienda Cataldi Madonna, a Ofena (L’Aquila), dal 2019 è nelle mani di Giulia, quarta generazione che sta puntando sull’enoturismo, organizzando tour in bici e cene tra i vigneti, ospitando visitatori da ogni parte del mondo e riaprendo lo storico palazzo di famiglia al centro del paese, un edificio settecentesco di quasi ottocento metri quadri su tre livelli, che regala anche uno sguardo panoramico mozzafiato sulla valle del Tirino e le vigne del cosiddetto forno d’Abruzzo, e che oggi ospita degustazioni ed eventi esclusivi.
Sono trenta in tutto gli ettari vitati, tutti con vitigni autoctoni come trebbiano, pecorino e montepulciano, tra i 320 e i 440 metri di altitudine in un’area particolarmente vocata alla viticoltura perché giace sotto il Calderone, l’unico ghiacciaio degli Appennini e il più a sud del nostro emisfero, ma d’estate si raggiungono temperature molto alte.
Il legame di questo territorio con la viticoltura affonda le radici nella storia: la provincia dell’Aquila in generale e la zona di Ofena in particolare, erano le maggiori produttrici di vino dell’Abruzzo fino alla seconda guerra mondiale. Solo in seguito il testimone della quantità è passato alle terre più facilmente coltivabili delle province costiere.
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